martedì 8 luglio 2014

Da Quartu a Cagliari in bici


P.S.

Oggi (sabato, per chi legge) ho rifatto il solito giro, però di pomeriggio, e sono rientrato al tramonto. Domani aggiungo nuove foto per completare il percorso.  
Peccato che a un certo punto le batterie della fotocamera si sono scaricate, e quelle di scorta le avevo dimenticate in un'altra borsa... :-(

Come andare da Quartu a Cagliari in bici, e vivere felici!

Stamani mi sono svegliato prestissimissimo e così, invece di perdere tempo a gironzolare per la casa a riparare guasti fino all'ora di pranzo, dopo una frugale colazione a base di cozze alla catalana e pane e mortadella con panna e noci, ho inforcato il mio fedele cavallo d'acciaio deciso a farmi una bella girata.
Degli amici ciclisti tempo fa mi avevano informato dell'esistenza di una pista ciclabile "seria" che da Quartu S. Elena porta direttamente a Cagliari, e che a sentir loro addirittura terminerebbe nella centralissima Via Roma. Bella trovata! Si sa che tutte le strade portano a Roma, e quindi non è certo una novità. E così, anche se non vivo a Quartu ma molto più lontano, dopo averci caricato la bici, ancor prima del levar del sole, ho preso il treno e sono partito da lì.  
Zaino in spalla, riempito con tutte le macchine fotografiche che ho trovato, una borraccia d'acqua fresca a tracolla e un'altra nell'apposito porta borraccia sulla canna della bici, mezzo tegame di polenta avanzata dalla sera prima nel caso che durante il viaggio mi venisse fame, e per finire della grappa di un amico nuorese - che da queste parti chiamano "fileferru" -, utile nel caso dovessi avere dei problemi di digestione dopo il viaggio, perché di solito mi dà noia il treno. C'erano, è vero, avanzati insieme alla polenta, anche dei gustosi moscardini alla diavola, ma ho preferito conservarmeli per pranzo. E poi, se mi si fosse rovesciato il sugo nello zaino, ti saluto macchine fotografiche!
Arrivato a Quartu che il sole stava spuntando, senza niuno indugio ho preso la strada che mena all'interno del Parco del Molentargius - a quell'ora quasi deserto - e mi sono diretto subito alla vòlta dell'idrovora del Rollone. Che ormai conosco a memoria e me la sogno anche di notte! Colà, dalle pendici scrostate dei suoi muri adusti, si diparte una straducola che fiancheggia un canale, in certi punti spesso putido(sic!) per le acque ferme e infette, ma che proseguendo si purga e diventa quasi (ho detto quasi) trasparente. Frattanto il cielo si stava pennellando qua e là di nuvole quanto basta, e il fresco vento di maestrale che principiava a levarsi mi avrebbe reso più agevole il cammino se innanzi il pie' sul pedal colmo fia di fatiche e d'angoscia.



Questa è sempre l'idrovora del Rollone, vista dalla parte opposta, dove c'è l'altra pista ciclabile, esterna e parallela a quella che vediamo nelle immagini che seguono.





Dal Canale La Palma (che scorre davanti alla palazzina delle Saline), attraverso una rete di altri canali collegati tra loro e che sfociano in mare - tutti navigabili ma senza... inchino -, dalla Marina di Sant'Elmo (dove c'è la Rari Nantes), si arriva proprio di fronte all'idrovora del Rollone. E' da alcuni giorni che questi canali pullulano letteralmente di arditi canoisti che si divertono come matti!



Qui siamo dall'altra parte del canale (sulla strada che c'è di fronte al Rollone), e di fronte c'è la via che costeggia la Direzione dell'Ente Parco del Molentargius e le officine delle ex Saline di Stato.



Questo è il ponte che si vede nell'immagine seguente (visto dall'altro, riservato a ciclisti e pedoni, dal quale ho scattato la foto). Mentre quell'edificio alto, a più piani, che c'è sullo sfondo a sinistra, è la Direzione dell'Ente Parco.



Superato il ponticello della "dogana" che unisce il lembo di terra del Parco con quello dei primi quartieri di Cagliari (siamo nel rione La Palma), e superate anche le numerose vasche di evaporazione, si arriva alle "vecchie" officine delle Saline al cui interno sono custoditi veri e propri tesori di archeologia industriale.




In questa immagine, e nella seguente, le caratteristiche architetture delle Saline di Stato immerse in una selva di foltissimi pini. Se vi dovessero servire i pinoli per il "pesto" perché li avete finiti, potreste venire a raccoglierli qui...


 

Proseguendo, dopo l'officina e la direzione delle Saline di Stato e superati quei pini immensi attraverso le cui foltissime chiome non passa un raggio di sole (dei pinoli vi ho già parlato?...), si arriva al ponte che, a destra, conduce all'Asse mediano - una strada urbana a scorrimento veloce che unisce diversi quartieri cittadini e che termina, dopo gli Ospedali, sulla strada per Nuoro-Sassari-Olbia. 


Poco prima del ponte, sempre a destra e verso il canale, c'è l'ingresso della pista ciclabile che ci interessa (vedi foto seguenti). 


Entriamo, stando attenti perché è a doppia corsia di marcia ed è frequentata anche dai pedoni, e si comincia a pedalare fino a Cagliari dove si giunge, andando piano, in meno di un quarto d'ora.



Questo canale (che in pratica è quello che proviene dal Rollone e che abbiamo visto prima) arriva direttamente al mare, nei pressi della Marina di Sant'Elmo, a fianco della Rari Nantes. Anche qui, felici canoisti si avventurano pagaiando allegramente. Quella costruzione "cementizia" che s'intravede a destra in mezzo alle fresche frasche, è nientepopòdimenoché lo Stadio di Sant'Elia. Dove giocava il Cagliari di Gigi Riva! Bei tempi!



Veloce e comoda, è però un vero peccato che in molti punti ci siano delle erbacce che la... imbruttiscono un po'. E per non farla sfigurare sarebbe sufficiente una più attenta e costante manutenzione. Nell'immagine che vedete, anche se la bici è al contrario, siamo all'arrivo.


Cioè proprio davanti al molo di Sant'Elmo (protettore dei naviganti, e quello dei "fuochi" che durante i temporali in mare talvolta apparivano lungo le alberature dei piroscafi in navigazione). Qui la pista termina. Si prosegue perciò sulla destra, percorrendo per intero il vasto piazzale antistante il porticciolo della Rari Nantes, e qui l'occhio inevitabilmente cade sugli yath…, sulle joch…, sui yoch…, insomma, sulle barche che vi sono attraccate numerose e belle.

  





Di tanto in tanto, volgendo il guardo altrove, Cagliari appare in tutta la sua sfolgorante bellezza. Quanto mi piace questa città! E se vi dicessi, come vi dico, che mi ci hanno mandato "per punizione" il primo di luglio di quarantaquattro anni fa, quasi non ci credereste. Eppure è così. E me ne sono innamorato a tal punto che è come se ci fossi nato...



Da uno dei numerosi moli che si gettano in mare lungo la strada Rari-antistante-Nantes, sono visibili la Basilica di N. S. di Bonaria (sulla destra), e all'estrema sinistra la parte alta del "castello" di Cagliari.


Un centinaio di metri oltre la fine del porticciolo, la pista ciclabile riprende. Questa volta seguendo la costa e fiancheggiando l'altra, pedonale, molto bella e realizzata in listelli di legno marino con una "battagliola" di acciaio inossidabile, ma senza catenelle, che le fa da parapetto.
A destra, una folta e fresca pineta il cui profumo balsamico si diffonde tutt'intorno e smorza l'odore acre delle benzine bruciate dai motori delle auto che percorrono il vicino Viale Cristoforo Colombo.



La nostra pista continua e s'interrompe in prossimità del Liceo Scientifico Leon Battista Alberti, per riprendere più avanti "ambiguamente" insieme a quella pedonale. In pratica, si dovrebbe scendere dalla bici e proseguire a piedi. Ma siccome c'è abbastanza spazio per tutti, è sufficiente un po' di educazione da parte dei ciclisti... abusivi, e di tolleranza da parte dei pedoni d'ordinanza e la convivenza tra specie diverse dello stesso genere è assicurata.


Si passa di fronte alla sede dell'Ammiragliato della Marina Militare (dove c'è quel pontile), mentre comode e accoglienti panchine invitano il passeggero a fermarsi per un meritato riposo. Sullo sfondo, lontano, al centro, si riconosce la sagoma della Basilica di Bonaria, mentre a destra è inconfondibile il profilo della Sella del Diavolo. 




Il nostro viaggio finisce qui. Per ora. Se volete restare a Cagliari. Io, invece, che devo tornare indietro, mi devo affrettare. Prima che le cozze con la mortadella alle noci catalane e la polenta facciano il loro effetto. Meno male che il "fileferru" mi ha fatto digerire...
Infine, ma è giusto un dettaglio, non sono riuscito a capire il senso della segnaletica: cioè, divieto per le biciclette, anche se bisogna stare attenti a quelle che "procedono contromano"(?). E poi, se la legnosa passerella si può percorrere all'andata, cioè verso Cagliari (vedi segnaletica della sest'ultima foto), come mai non è consentito il viceversa?
Ecchévordì?...


Rientro a casa a sera inoltrata, a piedi, causa deprecabile foratura della ruota anteriore del mio birotato cavallo d'acciaio. Un'ora abbondante di scarpinata, e fotofinish di nuvole sulle montagne verso Serpeddì (quel monte sulla cui sommità, a destra, si vedono le antenne). 


Avevo finito tutta l'acqua, la polenta e il fileferru. Se l'avessi saputo, sarei rimasto a casa...
Cordialità & inchini,
Francesco

8 commenti:

  1. Carissimo Francesco, è sempre interessante leggerti ma quando sei in vena particolare, forse per quella bevanda con cui ti sei evitato l'indigestione... è davvero un gusto scorrere le tue righe. Splendide anche le foto! Un abbraccio e stammi bene con i tuoi. Qui + autunno che estate. Pazienza!!! Luigi.

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  2. Ma come hai fatto a pedalare dopo tutto quello che hai mangiato? E la grappa (il fileferru) sei andato a trovartela sottoterra o te l'hanno regalata? La pista è bella e se vengo in Sardegna mi porto la bici. Scusa la poca partecipazione degli ultimi tempi, ma come spiego nel mio blog mi hanno chiesto di tradurre un libro anticorrida di 340 pagine ed ho accettato. Ma porta via molto tempo. Un caro saluto.

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  3. Mio adorato Luigi, i tuoi commenti mi riempiono di felicità! Grazie!
    Oggi ho dovuto fare un po' di manutenzione al fedele "cavallo d'acciaio", perché i cuscinetti (le sfere contenute nel "canotto" della forcella anteriore) evidentemente col tempo si erano ossidati e il... volante non lavorava più come doveva. Ora è tutto a posto, e se domani il tempo non mi tradisce (anche qui fa proprio schifo e sembra tornato l'autunno), cercherò di convincere l'amico Alberto a seguirmi in qualche altra "esplorazione" ciclistica.
    Le foto, se sono belle non è merito mio. E' Cagliari che è bella. Comunque, grazie per avermelo detto.
    Un forte abbraccio anche a te e ai tuoi, a presto
    Francesco

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  4. Caro Elio, pensa che mi sono dimenticato anche la trippa con le patate (era nell'altro frigo che abbiamo in camera da letto per gli attacchi di fame notturni), altrimenti mi sarei portato pure quella.
    Non ti preoccupare per le... latitanze, anch'io spesso mi dimentico di far visita agli amici. L'importante è mantenere sempre vivo il rapporto dentro di noi.
    E' vero, è una bella pista. Soprattutto perché, a parte qualche breve tratto, non vedi neppure una macchina; e poi il panorama è bellissimo!
    Complimenti per il libro. Ne parlo con un mio amico torero che ne vorrà certamente una copia.
    Un caro saluto, e se vieni in Sardegna ci facciamo qualche giro con la bici. A patto che pedali piano, sempre in pianura e che non si debbano fare molti chilometri. Altrimenti ti seguo con l'autobus.
    Ciao e grazie per la visita,
    Francesco

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  5. Complimenti per le tue splendide foto e buone pedalate estive!

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  6. Grazie, Olgica T (o Stella dell'Est? Perché mi sono dimenticato come ti chiami :)),
    per la gradita visita e per l'augurio... ciclistico!
    A presto e un caro saluto,
    Francesco

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  7. Poco pratico del navigare , cercando altro , mi sono imbattuto chissà come nel tuo blog ed ho visto le bellissime immagini ed allora ho anche letto : grazie per i dieci minuti di viaggio in bici , che io non ho , ma non c'entra niente. E complimenti.

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  8. Carissimo... "anonimo" Amico, ti ringrazio per l'apprezzamento, che leggo sincero, e sono lieto che il mio "viaggio" ti sia piaciuto. Magari, la prossima volta, avrei piacere che ti firmassi anche con un nome di fantasia. Non per nulla, ma siccome spesso cestino tutti i commenti anonimi hai rischiato grosso! ;) :)
    Torna presto a trovarmi. E' stato un piacere.
    A presto,
    Francesco

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