venerdì 11 luglio 2014

Violenza sulle donne



A proposito di quei due rumeni che a Milano avrebbero aggredito e violentato una studentessa polacca, pare che fossero senza fissa dimora e che vivessero dentro i condotti di aereazione del metrò sopravvivendo, si dice, di piccoli furti e rapine.
Uno di loro (il complice è ancora ricercato) pare che avrebbe detto tranquillamente: "Tanto in Italia esco subito!" 


fonte:  http://www.palermomania.it/news.php?milano-studentessa-erasmus-stuprata-arrestato-un-rumenobrlui-tranquillo-tanto-in-italia-esco-subito&id=63696
vedi anche:  http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lombardia/2014/notizia/milano-studentessa-polacca-stuprata-da-due-romeni-ubriachi_2056506.shtml


Ciò detto mi torna alla mente quando, anni fa, chiunque non fosse in grado di provare di avere un reddito sufficiente per vivere veniva in qualche modo "schedato" e tenuto sotto controllo. Questo, detto in parole povere. Poi, con le successive leggi sull'immigrazione, i trattati di Schengen e Maastricht, e tutto ciò che regola - o che "dovrebbe" regolare - i flussi di persone e i relativi controlli alle frontiere, si sono inseriti nuove leggi e decreti talmente controversi e farraginosi che oltre ad aprire la strada a variopinte interpretazioni da parte dei collegi giudicanti, spesso per colpa dell'inadeguato dibattito politico, sono la causa del "casino" che è sotto gli occhi di tutti. Perché se il viaggiatore in ingresso prima di Schengen veniva considerato "straniero", dopo la sua introduzione diventa a tutti gli effetti un "cittadino comunitario" che ha diritto alla libera circolazione e, per questo motivo, non è soggetto a controlli più restrittivi.
In pratica, nei Paesi dell'Unione - tra i quali figura anche l'Italia - per avere il visto d'ingresso lo "straniero" deve dimostrare di possedere "un minimo di sussistenza per esigenze personali" (in media una cinquantina di euro al giorno) a copertura del periodo di soggiorno previsto e in certi casi anche dei costi del viaggio di ritorno (e la legge parla chiaro). Interessante la lettura de "ALLEGATO 25 del Manuale pratico delle guardie di frontiera, e ALLEGATO 18 del Manuale per il codice dei visti 11/03/2013" in merito agli "Importi di riferimento richiesti per l'attraversamento delle frontiere esterne fissati dalle Autorità nazionali", dove sono elencate le definizioni, Paese per Paese (Italia compresa), di tali importi. Siccome è un documento PDF, oltre che leggerlo, potrete anche scaricarlo e conservarlo per leggervelo con comodo. 

Lo trovate qui:  
https://www.bfm.admin.ch/content/dam/data/bfm/rechtsgrundlagen/weisungen/visa/vhb/vhb1-anh18-i.pdf 
 

Resta da vedere se, soprattutto da noi, tutto ciò viene realmente applicato.
Allora dovrebbero sorgere spontanee le domande: potrebbero, per esempio, i due rumeni in questione "vivere" nei condotti di aereazione del metrò? Hanno un lavoro, una fonte di sussistenza tale che consenta loro di campare? E se non l'hanno, di cosa e con cosa campano? Perché, una volta provata la loro colpevolezza (pare che fossero già pluripregiudicati), invece di spedirli a spese nostre nelle nostre galere (già piene zeppe e che, per decreto, stiamo per liberare in parte) non li rispediamo, accompagnandoli, a casa loro? Ci costerebbe senza dubbio molto di meno.
Inoltre, credo sia utile ricordare che, per le variegate sfumature garantiste che caratterizzano la nostra legislazione, talvolta utili ma talvolta anche dannose, da noi si tende generalmente a complicare le cose semplici. E mi immagino quanto dovrà penare il funzionario di polizia costretto a dibattersi tra "commi", "deroghe", "capoversi" e "modifiche" nel momento in cui dovesse applicare una legge. Ne sanno qualcosa purtroppo anche i Carabinieri, i cui sforzi per assicurare alla giustizia i delinquenti in gran parte vengono vanificati da indulti e decreti svuota carceri, e che il prossimo 14 luglio festeggeranno i 200 anni di fondazione dell'Arma e di fedeltà alla Repubblica.
Perché la violenza, tutta ma in questo caso di genere, dovrebbe essere sempre severamente punita a prescindere da qualsivoglia cavillo giuridico che tenda a sminuirne il vero significato. Ma soprattutto senza sconti di pena. 

2 commenti:

  1. Sono d'accordissimo con te, Francesco.

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  2. Ciao Gianna, grazie per la gradita visita e il commento.
    Da aggiungere a quanto già scritto ci sarebbe che gli "immigrati", o gli "stranieri" (di qualunque paese, anche dell'Unione Europea), se non hanno un lavoro e quindi una adeguata sistemazione, rischiano di sommarsi a tutti gli altri "sciagurati" (anche italiani) che già si trovano in mezzo alla strada e che non sanno più come tirare avanti. Con ulteriori costi per la comunità e per quelle agenzie di sostegno sociale (leggi Caritas) impegnate per alleviarne la sopravvivenza. Purtroppo aiutare tutti (sul serio, non a chiacchiere) non è sempre possibile e spesso, per fare della carità "pelosa" a tutti i costi, si finisce per commettere errori e fare più danni.
    Un caro saluto e buon fine di settimana,
    Francesco

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