mercoledì 16 luglio 2014

Da Quartu S. Elena a Quartu in bici


Ci è piaciuto così tanto andare in bici da Quartu a Cagliari, che ieri siamo rimasti tutta la sera seduti su una panchina. A... quasi Quartu. Si stava benissimo, c'era un bel frescolino, il panorama come sempre magnifico e la panchina, sotto un albero di mimose, invitantissima (si può dire? allora lo dico!).
A dire la verità, se fosse stato per me sarei arrivato a Cagliari e anche più lontano, ma Alberto, che è anziano e pieno di acciacchi, non se la sentiva proprio. Ho provato a insistere: "Dài, non fare così... se ti vedessero le tue amiche chissà cosa direbbero... sei anche più giovane di me e guarda come sei ridotto...". Macché, non c'è stato verso di convincerlo: si è seduto, e non si è più alzato se non all'ora di rientrare a casa. Io, per un po' ho saltellato nei paraggi facendo yoga, la spalliera svedese sulle ringhiere di fronte, qualche verticale e due o tre salti mortali all'indietro - imparati su Youtube proprio ieri -, poi però mi sono convinto che l'amico Alberto non aveva tutti i torti e che sulla panchina si stava da pascià. E così, per non farlo sentire inferiore a me, ma anche perché ero un po' stanchino, mi sono seduto vicino a lui e ci sono rimasto fino a quando non mi ha svegliato. Prima di andare via, per viaggiare più comodi, abbiamo provato a montare la panchina al posto del sellino, ma l'operazione s'è rivelata più difficile del previsto e così abbiamo lasciato tutto com'era.


Gironzolando nei paraggi della panchina, ho scattato le solite foto, che come di consueto vi mostro certo che saranno gradite.


Qui, siòre e siòri, potete vedere la Sella del Diavolo che si specchia in una delle vasche delle saline le cui acque, simili a un lago, a quell'ora della sera erano leggermente increspate da una fresca brezza di maestrale.  Mentre sotto, la solita panoramica...


Immaginandomi solitario e remigante viaggiatore lacustre barcamunìto, pervaso da un'irrefrenabile vena poetica, nella calma piatta che di lì a poco ha seguito l'anèlito di vento nel frattempo cessato, ho buttato giù alcune frasi che mi sono venute in mente lipperlì, segnandomele nel timore di perderle. 
"Il barcaiolo, puntando un remo alla proda, se ne staccò; afferrato poi l'altro remo e vogando a due braccia prese il largo verso la spiaggia opposta. Non tirava un alito di vento; il lago giaceva liscio e piano, e sarebbe parso immobile se non fosse stato il tremolare e l'ondeggiar leggero della luna che vi si specchiava da mezzo il cielo. S'udiva solo il fiotto morto e lento frangersi sulle ghiaie del lido, il gorgoglìo più lontano dell'acqua rotta tra le pile del ponte, e il tonfo misurato di que' due remi che tagliavano la superficie azzurra del lago, uscivano a un colpo grondanti, e si rituffavano. L'onda segata dalla barca, riunendosi dietro la poppa, segnava una striscia increspata, che s'andava allontanando dal lido..." Certo che quando uno è pervaso dalla vena poetica, chi lo ferma più?
Nel corso dei miei appostamenti da consumato birdwatcher, ho notato che in una salina lì dappresso v'erano, intenti a rovistare coi becchi adunchi il fondo delle acque salmastre, uccelli acquatici in gran numero. "Son essi dei fenicotteri! - ha esclamato Alberto, saltando a piè pari sulla panchina come per incanto sanato da' suoi mali - Dell'ordine dei Phoenicopteriformes, famiglia Phoenicopteridæ, genere Phoenicopterus ruber!", ha precisato facendo sfoggio della sua vastissima cultura avicola.
Così, senza por tempo in mezzo, ho avviato l'autofous della mia digitale e... clic!... clac!... clic!... clac! ho scattato una cinquantina di foto, alcune delle quali vi mostro qua sotto.






   
Infine, proprio mentre stavo per riporre l'adorato strumento, ho fatto appena in tempo a scattare quest'ultima, curiosa estin... itsant... tistan... istint... fotografia, prima che l'inusitata visione si dileguasse, sì come s'era palesata a' miei occhi increduli.


E lo stesso Alberto, córso tosto a cercare informazioni su internet col suo palmare lagunare four seasons, che porta seco dovunque vada, non ha trovato alcunché.
Eh, sì! E' proprio vero. Quando la Natura è in vena di stranezze, non manca mai di sorprenderci!

Cordiali saluti a tutti,
Francesco

4 commenti:

  1. Caro Francesco, rieccomi nuovamente.
    Bella questa carrellata di foto.
    Sento che sei in forma e che ti piace farti il giretto in bici,
    è veramente un piacere vedere da vicino come è ancora bella la natura.
    Ciao e buona giornata amico.
    Tomaso

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  2. Carissimo Tomaso, mi ero accorto della tua mancanza. Tutto bene? Anche se non commento spesso i tuoi post(ne hai un sacco da controllare e ai quali rispondere...), ho visto sia i filmati (soprattutto "Cuore Alpino"), sia le bellissime fotografie delle orchidee in fiore, e della città con le sue caratteristiche costruzioni. Anche se fatte col telefonino, sono molto belle e non hanno nulla da invidiare ad altre, fatte con la macchina fotografica!
    Un caro saluto e una buona giornata anche a te,
    Francesco

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  3. Ottimo Francesco quello che ci vuole per mantenersi in forma.
    Comunque i felicotteri hanno sempre il loro fascino maestosi ma aggrazziati allo stesso tempo e belle anche le immagini.
    A presto e buone pedalate.
    Ciao
    Paolo

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  4. Ciao Paolo, scusa se non ti ho risposto subito ma la tua mail (e quelle di altri amici) mi era finita nello spam. Non so perché. Comunque l'ho recuperata e ti rispondo oggi.
    Qui nei paraggi si trovano molti spunti, sia per passeggiare che per fotografare, e quando posso ne approfitto. Peccato che sono un po' limitato nell'attrezzatura, e così le foto non sono mai come vorrei che fossero. Pazienza, mi accontenterò delle salutari pedalate, e per il resto farò del mio meglio :)
    Un caro saluto, grazie della gradita visita e buon fine settimana,
    Francesco

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