venerdì 12 giugno 2015

Federalismo fiscale e tasse



Stamani sono andato a pagare l'assicurazione del mio scooter e ho scoperto che, rispetto a quanto avevo pagato precedentemente, era aumentata.
"Ancora?", ho replicato, "Ma se non ho mai avuto un incidente in tutta la mia vita da quando ho la patente, e cioè dal 1967!" La Compagnia si è giustificata dicendomi che l'aumento non dipende a da loro, bensì dalla variazione dell'imposizione fiscale secondo quanto stabilito dal Governo Renzi per il 2015. Infatti, in forza della normativa sul federalismo fiscale (D. Lgs 6 maggio 2011, n. 68) che dava facoltà alle Regioni a statuto ordinario di variare l'imposta - fissata al 12,50% -, aumentandola o diminuendola fino a un massimo del 3,5% a partire dal 2011, anche le Regioni a statuto speciale, pure se con tempi e modalità diverse, si sarebbero dovute adeguare. Figuriamoci se non l'avrebbero fatto. E figuriamoci se, potendolo, non avrebbero applicato l'aliquota massima! Così è stato, e dal 1° maggio 2015 anche in Sardegna l'hanno portata dal 12,50% al 16%. Bella mossa. Renzi continua a dire che le tasse non sono aumentate, e pilatescamente lascia che siano gli altri a farlo. Il cittadino ringrazia, ma avrebbe ringraziato di più se l'avessero diminuita. Perché, è bene ricordarlo ai distratti, le Regioni, le Province (ma non le avevano abolite?) e i Comuni nel frattempo non si sono fatti mancare anche le variazioni delle addizionali Irpef, che ogni anno inesorabilmente aumentano!
fonte: http://www.genialloyd.it/GlfeWeb/news/federalismo-fiscale-variazione-imposta-rca.html
E poi darei un'occhiata anche a questo "graforroico" documento della Camera sulla fiscalità locale, sempre che ce la facciate a leggervelo tutto e non decidiate di suicidarvi prima...
http://www.camera.it/leg17/1052?area=19&tema=740&Il+sistema+delle+entrate+delle+regioni+e+degli+enti+locali 
A questo punto, dopo aver pagato, mi sono fatto due conti. Se consideriamo che l'assicurazione e il bollo aumentano ogni anno; che sempre più spesso "stirano" qualche disgraziato in bici o in moto e lo mandano al cimitero, o nel migliore dei casi lo fanno passare dalle due ruote allineate a quelle affiancate della sedia a rotelle; che i responsabili, spesso fatti e strafatti d'alcol e droghe varie, difficilmente pagano per il loro misfatto e, se pagano, ammesso anche che siano assicurati, prima che ciò avvenga passano anni, mi conviene davvero continuare ad avere uno scooter? Ho quasi settant'anni e, anche se non mi pesano e per questo non vorrei rinunciare alla mia amata "dueruote", il pensiero di mollare mi viene sempre più spesso. Se vivessimo in un Paese "normale", dove si pagano tasse giuste, dove la corruzione e il malaffare non esistono, dove andare a votare ha veramente un significato, dove la giustizia funziona e dove, in poche parole, vivere diventa un piacere e non un incubo, in barba anche alle accise sulla benzina mi terrei lo scooter. Invece sto pensando di venderlo. Oppure, siccome anche lui, come me, ha una "certa età", usando il vocabolario renziano, di... rottamarlo. Se optassi per quest'ultima ipotesi, lo Stato (Regione, Provincia ecc.) non incasserebbe più il mio bollo di circolazione e neppure i soldi del collaudo biennale al quale il mio scooter è soggetto; il benzinaio dove mi servo venderebbe meno benzina e lo Stato (Regione, Provincia ecc.) non incasserebbe più le accise e l'Iva sulla benzina che consumo.
fonte: http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/_Oggetti_Correlati/Documenti/Impresa%20e%20Territori/2014/10/manovre-gonfia-accise.pdf
E poi il meccanico, il venditore di ricambi, il gommista, il produttore di gomme e tutte quelle attività che a seguire "lavorano" per il mio scooter incasserebbero di meno (e con loro anche lo Stato). Ora, mettiamo il caso che a me si aggiungano altri che, come me, intendano liberarsi per sempre di questo "peso", capite benissimo che tutto ciò si traduce non solo in minori entrate per lo Stato (Regioni, Province ecc.) ma anche per tutte quelle persone che ho citato, alcune delle quali, nella peggiore delle ipotesi, potrebbero decidere di chiudere per sempre l'attività. Con una ulteriore perdita per lo Stato, che da queste attività e dal personale che vi lavora non incasserebbe più un euro. Non solo, perché poi si ritroverebbe sulla gobba qualche migliaio di disoccupati ai quali dover pensare. 
Vi aggiungo un paio di video, che dovrebbero farvi un quadro generale dell'aria che tira, e che si respira, nel Paese. E se, stanchi e scoglionati, alla fine decidessimo in massa di non pagare più le tasse, faremmo bene o male?
fonte:
http://www.la7.it/la-gabbia/video/l%E2%80%99imprenditore-del-nordest-o-pago-le-tasse-o-chiudo-l%E2%80%99azienda-11-06-2015-157054 

http://www.la7.it/la-gabbia/video/fisco-senza-vergogna-la-rabbia-dei-commercianti-23-02-2015-148035

http://www.la7.it/la-gabbia/video/renzi-niente-bugie-le-tasse-sulla-casa-sono-aumentate-13-04-2015-152054

E allora, secondo voi, gente che ragiona così ce la dovremmo tenere pagandola anche profumatamente?

4 commenti:

  1. È il ragionamento che ho fatto qualche anno fa: creando le condizioni per la mia disoccupazione, lo stato ha fatto di me una persona insoddisfatta (bell'eufemismo, vero?) e ha perso un sacco di soldi!

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  2. E allora, come li chiameresti degli economisti che hanno idee simili?
    Hai per caso qualche appellativo che li classifichi...oppure lasciamo correre?

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    1. ...economostri;-)
      Lasciamo perdere, va', che è meglio

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  3. Vedo che ti piace infierire...
    Infieritrice!!

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