lunedì 15 giugno 2015

Renzi Piano B



Chi lo chiama "bluff", chi "bivacco" e chi, osando il vernacolo toscano addirittura adopera il più colorito "bischero". Per chi ancora non l'avesse capito, stiamo parlando del "Piano B". L'ennesimo annuncio del nostro infaticabile ed esperto premier Renzi, che facendo seguito a tutti gli altri annunci che lo hanno preceduto risolverebbe definitivamente, "gufi" permettendo, l'emergenza immigrazione. Considerato che il "Piano A", ammesso che ve ne fosse uno, dovrebbe avere fallito, immaginiamo che il risolutivo premier italico questa volta si sia deciso a fare sul serio coi nostri partner europei. Come agirà, dunque, l'eclettico? 
Metterà divieti di approdo lungo le coste italiane, pena severe sanzioni a chi li infrange? Predisporrà dei corridoi tipo tonnara con relative camere di smistamento profughi lungo i quali indirizzerà i natanti illegali fino a ricondurli ai luoghi di partenza, naturalmente dopo elezioni primarie e la successiva nomina di un Rais del partito di maggioranza? Dichiarerà, dopo essersi messo d'accordo con Alfano, le opposizioni e i sindacati, guerra alla Libia? Prenderà tutti i capi di Stato a pacche sulle spalle, e abbracciando questo e baciando quello sfoderando nel contempo la sua più suggestiva e accattivante espressione da "volpe bollita", impartirà loro durissime e inderogabili direttive? Oppure continuerà a spostare in autobus i migranti che arrivano dai centri di accoglienza alle stazioni ferroviarie e da qui ai giardini pubblici e da lì alle caserme dismesse dalle quali torneranno ai centri d'accoglienza e poi ancora alle stazioni ferroviarie, in modo da disorientare i nuovi migranti in transito che non capendo più nulla penseranno di essere approdati in un paese di matti e torneranno a casa loro?
Il problema, come tutti potete vedere da soli senza che ve lo dica io che sono un fesso qualsiasi, non è di facile soluzione. Anche perché la Francia, noto Paese democratico con noi confinante che ha per simbolo il rispetto dei diritti umani che dalla Rivoluzione Francese riassume nel motto "Libertà", "Uguaglianza", "Fraternità", pare che dei migranti non ne voglia sapere. E al rifiuto della Francia in questi giorni si è aggiunto quello di altri Paesi, sempre democratici e in ambito europeo anche se non confinanti col nostro.
Caso mai, per non perdere di vista ciò di cui stiamo parlando, consiglio la lettura di questo documento che parla, oibò, proprio dei diritti fondamentali di ciascuna persona umana. Anche se di colore o di religione diversa. Al quale documento, firmato a Roma il 4 novembre 1950, aderirono 12 Stati - meno l'Italia, che aderì in ritardo - che allora erano membri del Consiglio d'Europa: Belgio, Danimarca, Francia, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Svezia, Turchia.
fonte:  https://it.wikipedia.org/wiki/Libert%C3%A0_e_diritti_fondamentali

9 commenti:

  1. La Francia distingue, giustamente, fra profughi e rifugiati.
    Noi no, noi siamo più buoni.
    Sai come di dice dalle mie parti? A ves trop bon s'è cojion... serve la traduzione?

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  2. Capisco benissimo, e la mia era un provocazione, come di solito mi avventuro a fare.
    C'è il trattato di Dublino, che parla chiaro, e se lo hanno firmato va rispettato. Il fatto, però, è che prima di mettersi a scrivere certi trattati si dovrebbero guardare intorno. E poi, siccome non basta, dovrebbero scendere tra la gente come esseri normali e non come alieni: senza scorte, senza auto blu e senza quella pletora di reggicoda che sono adusi a portarsi dietro quando si muovono.
    Non chiedo che si trasformino tutti in Madre Teresa di Calcutta, ma mi aspetterei almeno una via di mezzo. Se si vuole governare veramente una Nazione che, ricordiamolo, è composta di esseri umani e non di scartoffie. Altrimenti, se non sono capaci, che vadano a fare altro. In giro c'è un sacco di terra da dissodare e qualche campo libero non faticheranno a trovarlo.
    La traduzione è facilissima e non te la dico neppure, così ti resta il dubbio...
    E che noi siamo troppo buoni è vero. Onde per cui...

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    1. Il fatto, mio caro Cecco (se posso...) è che non esiste una soluzione che possa piacere a tutti...

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  3. Certo che puoi. Anzi!
    Probabilmente, se il nostro amato governo fosse più determinato e serio e la piantasse di fare il subordinato in ogni occasione, sarebbe rispettato di più anche in ambito internazionale. Invece abbiamo da sempre il brutto vizio di voler tenere i piedi in troppe paia di scarpe, e questo ci rende, oltre che poco credibili, anche ridicoli.
    Dice Renzi che se l'Europa non lo aiuta farà da solo. E cosa aspetta? Abbiamo ancora un po' di sovranità, oppure ci siamo arresi? Se fossi in lui, dopo aver detto chiaramente quali intenzioni ha, interpellerei tutti quelli che devono essere interpellati e darei una data di scadenza: se entro il tale giorno non faranno nulla, prenderemo noi l'iniziativa. Abbiamo soldati in missione di pace(?) in giro per il mondo e spendiamo un sacco di soldi per operazioni che ormai durano da anni: ritiriamoli e facciamogli fare altro. Abbiamo aderito alle sanzioni contro la Russia perdendo un sacco di soldi: ritiriamo anche quelle.
    Inoltre, è bene ricordare che le navi del pattugliamento congiunto di Triton (che ha sostituito Mare Nostrum) appartengono a quei Paesi europei che vi hanno aderito, e quando capita che raccolgono in mare i naufraghi invece di accollarseli loro li scaricano da noi. A questo punto, dato che i naufraghi raccolti "prendono" la nazionalità del Paese al quale la nave appartiene, quando le navi arrivano nei nostri porti per scaricarli, sarebbe sufficiente vietare loro l'attracco e impedire lo "scarico". Paghiamo fior di quattrini l'Onu, che a quanto pare nicchia e non si decide a intervenire? Non diamogli più un euro. Lo stesso dicasi per l'Europa, che ci abbandona nel nostro brodo quando abbiamo bisogno, ma che tuttavia dobbiamo foraggiare per un sacco di cose (vedi anche i miliardi di aiuto che abbiamo dato alla Grecia). Probabilmente dimentico qualcosa e al momento non mi viene in mente altro. Si accettano suggerimenti... :)
    Grazie, come sempre, mia cara Flo (se anch'io posso...) per le tue intelligenti sollecitazioni e un caro saluto sperando di leggerti presto,
    Fransuà

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    1. Il punto è che i richiedenti asilo, ai quali le convenzioni riconoscono il diritto di ottenerlo, sono solo quelli provenienti da paesi in guerra: Siria ed Eritrea. Perché solo questi due non lo so, fatto sta che sono solo questi. I provenienti dal resto del mindo NON HANNO ALCUN DIRITTO. Se io andassi a Lugano a chiedere asilo e un aiuto economico perché a casa mia non c'è lavoro, secondo te cosa mi risponderebbe il sindaco?

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  4. Giusta osservazione, per carità.
    E d'altra parte, aggiungo, non succede forse la stessa cosa da noi? Quanti sono i poveracci (italiani) che hanno perso casa e lavoro, che non riescono a tirare a fine mese e che magari vivono anche in macchina o in qualche baracca? Spesso vengono addirittura ignorati dalle istituzioni, e se non fosse per qualche associazione di volontari che danno loro sostegno non so come farebbero a tirare avanti.
    Il discorso, però, non va fatto sul perché l'Europa non si fa carico di questi poveretti, ma sul perché non ci aiuta - e sostiene - nelle decisioni da prendere. Ovvero come rispedire indietro chi non ha diritto all'asilo perché è "solo" povero, a differenza di chi invece fugge da una guerra. E non è facile stabilirlo: non hanno documenti e ti devi solo fidare di quello che ti raccontano. Vai su questo sito - aggiornato al 13 giugno 2015 - e leggi quante sono le Nazioni in guerra: http://www.guerrenelmondo.it/?page=static1258218333
    Come vedrai sono molte di più di quelle che dici tu, e naturalmente non possiamo accettare un esodo di tali dimensioni perché non sapremmo dove metterli. A meno che non si riscriva la storia del mondo.
    Ma se, circoscrivendo, Francia e Inghilterra - alle quali improvvidamente ci siamo uniti pure noi - non avessero deciso di far fuori Gheddafi nel 2011, oggi le cose andrebbero diversamente. Perché nonostante le sue bizzarìe, la sua tirannia e i legami "affettivi" con Arafat e l'OLP (che probabilmente e forse a buona ragione non erano ben visti in Occidente), il "Colonnello" riusciva, bene o male, a tenere a bada la sua gente e le tribù vicine. Leggiti anche questo intervento, se vuoi: http://www.ilgiornale.it/news/mondo/cos-nato-e-francia-spianarono-strada-libia-allisis-1094383.html
    E magari anche questo, che ritengo abbastanza attendibile:
    http://www.ilgiornale.it/news/mondo/cugino-gheddafi-attentato-l11-settembre-entro-due-anni-1100864.html
    Noi, quando c'era Berlusconi, avevamo stabilito un certo rapporto di collaborazione con la Libia. Ricordo che avremmo dovuto realizzare una strada lunga circa 300 km e, se i rapporti si fossero mantenuti stabili, oltre alle imprese italiane che vi lavoravano, probabilmente se ne sarebbero aggiunte di altre operanti nei più svariati settori. Invece siamo dovuti scappare, e anche di corsa!
    Insomma, non potendo qui riscrivere tutta la storia della Libia, che tra l'altro non conosco neppure a fondo, secondo me la responsabilità di molti dei nostri guai sta nella mania di noi occidentali di andarci sempre a impicciare di come gli altri vogliono vivere a casa loro. Naturalmente perché ogni volta speriamo di guadagnarci qualcosa. E così, un giorno con la scusa della mancanza di democrazia, un altro per le donne velate e l'inosservanza dei diritti umani spesso ci siamo arrogati il diritto di esportare, anche a suon di cazzotti, la nostra cultura dove non era gradita. Un po' come se, per fare un esempio cretino, l'Iran ci venisse a imporre l'obbligo di osservare la legge 13 per l'abbattimento delle barriere architettoniche per quanto riguarda gli spazi e gli esercizi pubblici, che da noi quasi nessuno peraltro rispetta; o ci vietasse di mangiare le salsicce. Intanto, qualcuno ci ha già provato col Crocifisso nelle scuole...
    Inoltre, e termino, non so se hai visto gli ultimi arrivi degli immigrati. La maggior parte di loro sono giovani, quasi tutti dotati di moderne tecnologie (dai cellulari ai tablet e alle cuffie stereo, che tengono al collo), che non credo siano dono del nostro governo, e il timore che tra di loro si possano nascondere dei potenziali terroristi non mi sento di escluderlo. Però ci dicono di stare tranquilli. Io, da parte mia, invece non lo sono e tengo gli occhi aperti, e quando esco mi guardo bene intorno. Non si sa mai...

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  5. Niente da dire, se non che non sono io che limito le guetre a siria ed eritrea ma la Francia. Sulla base di cosa, ripeto, non so.
    E che non abbiano documenti giustifica eccome il respingimento alle frontiere.
    Non c'è soluzione. Sono sconfortata!

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  6. Perché, tu forse pensi che io sia felice? Oggi, in uno spezzone de "La Gabbia", a La7, ho visto un giornalista della trasmissione che tentava di passare attraverso il blocco messo in atto dalla polizia austriaca lungo la strada (pubblica) che portava all'hotel, luogo di riunione del gruppo Bilderberg. Prima è stato fermato e identificato - anche con modi abbastanza spicci -, ed è giusto; poi gli hanno consentito di percorrere - a piedi, dopo aver lasciato l'auto al posto di blocco - quella strada per 6 km, che ripeto è pubblica, fino a quando è arrivato all'altro posto di blocco dove è stato ri-fermato e ri-identificato. Quando il giornalista si è addentrato nella campagna e nel boschetto (che dovrebbero essere pubblici pure quelli) laterali alla strada, è stato seguito da un drappello di poliziotti che dopo un po' lo hanno fermato e lo hanno riportato al posto di blocco. Lì gli hanno fatto prima il verbale, e poi uno di loro gli ha dato 5 secondi di tempo per allontanarsi altrimenti lo avrebbero arrestato. E ha cominciato a contare: 5... 4... 3...
    Leggiti questo articolo sul Bilderberg 2015, quando hai voglia: http://veritanwo.altervista.org/bilderberg-2015-chi-informa-commette-un-reato-ci-hanno-trattato-come-criminali/
    Domani ti mando il link della trasmissione.
    Ciao!

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