Pur essendo da anni un simpatizzante di Beppe Grillo - il comico -, non ho apprezzato affatto il comportamento dei "grillini" che l'altro giorno, a Torino, hanno contestato a suon di fischi il presidente del Senato Schifani. D'altra parte, se può parlare Rutelli non vedo perché non possa farlo Schifani.
Per carità, la contestazione è sacrosanta e non si tocca. Ma quando essa soverchia e impedisce al contestato di replicare e, liberamente, argomentare le proprie idee e convinzioni, pur se non condivise, sovrastandolo con grida & fischi, allora si trasforma in violenza e, soprattutto, cattivo esempio. E noi, di cattivi esempi, non ne abbiamo bisogno. Perché il passo dai grillini ai grilletti potrebbe essere breve.
Quindi, se la piazzata di Torino anticipasse la beatificazione politica di Beppe Grillo in vista delle ventilate elezioni, a questo proposito devo dire che preferisco di gran lunga il Grillo-comico al Grillo-politico, e se dovessi scegliere tra un'Italia guidata da un imprenditore "chiacchierato" e quella guidata dalle chiacchiere di un comico, preferirei senz'altro la prima.
Non vi sembra che abbiamo già fatto ridere abbastanza?
Francesco Dotti (aspirante comico)
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