giovedì 14 novembre 2013

Europa e Patto di Bilancio




L'Iva è aumentata, e le tasse, soprattutto quelle sulla casa ma anche le altre, giravoltano quotidianamente tra nuovi acronimi rendendoci incerta, difficile e in certi casi quasi odiosa la normale sopravvivenza. Ora, dopo le Tarsi, le Tasi, le Tari e le Tares, pare che dalla "Tuc" (Tributo unico comunale) si potrebbe passare al "Tributo unico locale". Che, considerando l'insidiosa assonanza, verrebbe da dire che si stanno preparando a mettercelo nel... "Tul". Tanto da costringerci a camminare "muro-muro", e a tenere bene aperti gli occhi ma ben chiuso il portafoglio. Già, perché se i prezzi, per colpa dell'Iva, anche se di poco sono aumentati, la gente spende sempre di meno perché è strangolata dalle tasse e dalla burocrazia. E ce ne accorgiamo dai sempre più numerosi cartelli di saldi e sconti che molti negozianti espongono pur di riuscire a vendere il loro prodotto e portare a casa due soldi. Tutto questo si traduce, in pratica, in un aumento della concorrenza, sempre però al ribasso, con un sempre più ridotto margine di guadagno e quindi meno incassi, meno soldi per pagare il personale, le tasse, ma soprattutto i futuri investimenti negli acquisti di nuova merce - che alla fine rischierebbe di restare invenduta. 
Dall'altra parte ci sono quelli che la merce la producono, ma siccome sono sempre meno quelli che gliela comprano sempre di meno ne producono, in certi casi estremi fino a fermarla del tutto. Col risultato che anche loro incassano meno e hanno meno soldi per pagare gli operai, le tasse e i futuri investimenti per aumentare una produzione che alla fine gli resterebbe sulla gobba. Così avviene che da una parte e dall'altra si cominciano a tagliare le spese per il personale, licenziandone un po', a non investire un tubo su un futuro incerto e instabile, in certi casi addirittura a non riuscire più neppure a pagare le tasse (con lo spettro di Equitalia che svolazza sull'azienda), fino a chiudere definitivamente bottega o trasferirsi all'estero. Dove le leggi sono più favorevoli e si pagano meno tasse. E non c'è bisogno di avere una laurea alla Bocconi o far parte di un governo "tecnico" per capire questa logica. Perciò verrebbe da pensare che dietro a tutto ci sia un perverso disegno di condurre alla rovina una Nazione, o delle Nazioni, e la sua gente, con lo scopo di asservirle al proprio potere, economico e politico, e sfruttarle fino all'osso come si faceva nel Medioevo per favorire l'arricchimento di pochi.
In pratica, come i più avanti negli anni ricorderanno o per averlo vissuto o per averlo studiato, sta succedendo la stessa che avvenne durante la Seconda Guerra Mondiale: crisi economica galoppante, aumento dei prezzi e conseguente diminuzione dei consumi, impoverimento delle classi sociali più deboli e dipendenza economica - anche allora, guarda caso - dalla Germania. E anche se "repetita iuvant", o almeno dovrebbero, in questo caso non ci hanno aiutato perché non abbiamo saputo farne tesoro.
L'entrata in Europa, in questa Europa, se all'inizio ci era parsa una conquista perché convinti che una moneta unica avrebbe rafforzato la nostra economia assicurandoci benessere, col passare del tempo si è rivelata un autentico fallimento. Non sto qui ad elencare cose che non conosco, ma "a naso", considerando tutto quello che abbiamo passato e che stiamo passando, e con noi altre Nazioni, mantenere fede a un patto che ci sta dissanguando ogni giorno che passa forse non ci conviene più. O si rinegozia il patto, e si insiste perché vengano rivisti certi parametri, altrimenti tanti saluti e chi s'è visto s'è visto. Scusate, ma abbiamo sbagliato. Aggiungo che, oltre ai nostri "carrozzoni" nei quali il denaro pubblico corre e si spreca a fiumi, ne abbiamo aggiunti altri europei con altrettante, se non di più, bocche da sfamare. Questi parlamenti e parlamentini, Stati e Staterelli, sono "armi di distruzione delle masse" paralleli che non fanno altro se non assorbire e dilapidare i nostri soldi. E l'impegno di una unione fiscale tra gli Stati europei, i vari "patti" di stabilità e crescita, il raggiungimento del pareggio di bilancio nei termini previsti, e un sacco di altre cose che oltretutto come abbiamo visto si traducono in rigore, lacrime e sangue per chi violasse tali parametri, non solo ci hanno privato della nostra sovranità ma ci stanno dando il colpo di grazia. Perciò, uscire dall'Europa, da questa Europa, e farlo al più presto, come ormai sono in tanti ad affermarlo, potrebbe significare la nostra salvezza. Lasciando perdere le solite chiacchiere che, se lo facessimo, ci vederebbero affiancati a conventicole "estremiste", "razziste" o "fasciste". Tutte fandonie. Perchè il sogno europeo è finito e ora ci dobbiamo svegliare.
Anche se Letta continua a ripetere "State tranquilli, perché la situazione è migliorata!"...

4 commenti:

  1. Caro Francesco, noi siamo dei creduloni!!! non resta che aspettare:) Che ci mettino nella bara! Buona giornata amico.
    TomaSO

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  2. Lo so, Tomaso, per questo scrivo fesserie. Così quelli che leggono credono anche alle cose che dico io.
    E chissà che un domani non possa essere eletto da qualche parte! :) :)
    Un caro saluto e buona serata
    Francesco

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  3. Ciao Francesco, la tua disamina è molto valida, ma non sono d'accordo sul fatto di sfasciare l'Europa. Ritengo infatti che a quel momento i soliti furbi approfitteranno per guadagnarci ancora e rovinare, ancora di più, l'economia dei singoli paesi. Quindi si andrebbe dalla padella nella brace.
    Personalmente vedo un'unica soluzione: un governo europeo centrale rappresentativo di tutte le nazioni e dei piccoli governi (una quarantina di persone) nei singoli paesi. Allora l'Europa diventerebbe un vero Stato federale. Ma finché, qui ti do ragione, ci sono diverse migliaia di politici e politicanti che ci mangiano sopra, si continuerà ad affogare. Spero che se sarai eletto da qualche parte sarai uno che pensa al bene comune. Buona domenica.
    PS - Naturalmente le tue vignette sono sempre forti e quindi, dopo aver riso un po' chiudo il PC e vado a letto.

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  4. Ciao Elio, bentornato!
    Anche a me, se funzionasse tutto a dovere, l'Europa andrebbe bene e non la sfascerei. Il fatto è che così com'è non va. Soprattutto per chi è più debole. Per questo dico che se, almeno noi, potessimo riprenderci la sovranità perduta compresa la moneta, della quale potremmo fare quello che vogliamo, dopo i primi tempi di naturale "sofferenza" è probabile che riusciremmo a risollevarci economicamente. D'accordo che acquisteremmo le materie prime pagandole in euro o in dollari, e quindi più care, ma con la lira svalutata saremmo concorrenziali rivendendo il prodotto finito a un prezzo inferiore. O almeno credo...
    Questo, in breve. Perché affrontare simili argomenti non è certo alla mia portata, ma è quello che in sostanza sostengono molti economisti che sono contrari alla moneta unica.
    Per il resto, non credo che mi eleggeranno neppure come amministratore del condominio dove abito...
    Grazie per i complimenti e buona domenica anche a te.
    Francesco

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