sabato 30 agosto 2014

Sblocca Italia




Si continua a parlare degli 80 euro e dei vantaggi che avrebbero dovuto portare, senza però tener conto delle incertezze, sul presente e sul futuro, che opprimono e con le quali la gente comune deve fare i conti. Perché se uno guadagna una ventina (ma anche una quindicina) di migliaia di euro al mese - e gli esempi, soprattutto tra politici e piccoli e grandi "boiardi" di Stato in genere, non mancano - e riesce a metterne da parte, diciamo, cinquemila ogni mese, alla fine dell'anno avrà da parte 60 mila euro. Naturalmente non ho contato i privilegi: benefit, diarie, rimborsi, vitalizi, spese telefoniche, tassazioni agevolate, alloggi di servizio, viaggi e tutta quella giungla di concessioni di favori saputi e risaputi di cui questi fortunati godono e hanno goduto e che, se nel corso della loro vita lavorativa fossero stati economi e avveduti, avrebbe consentito loro di risparmiare anche di più dei 60 mila euro dell'esempio. Una cifra (60 mila euro all'anno) con la quale se io da pensionato monoreddito ci campo per due anni e mezzo abbondanti, altri meno fortunati di me ci devono campare addirittura 8-10 anni. Vi sembra possibile? Pagando le bollette di luce, acqua e gas, telefono, il bollo dell'auto (chi ce l'ha), la benzina, l'affitto, il condominio, i libri di scuola per i figli che studiano, facendo la spesa e mangiando il giusto, vestendosi sobriamente e pagando tutte quelle tasse del cazzo che, invece di esserci restituite in servizi al cittadino (doveroso), si disperdono in mille rivoli tra sprechi e stipendi di chi ci governa e di tutta quella pletora di scaldasedie sparsi per l'Italia, creati a immagine e somiglianza di chi li ha voluti. Impensabile!

fonte:  http://www.mondoinformazione.com/notizie-italia/stipendi-parlamentari-diaria/104755/ 

Come si può pretendere di "rilanciare i consumi" con 80 euro al mese? E neppure per tutti, perché chi ne avrebbe avuto più bisogno è stato escluso. Per scatenare la solita guerra tra poveri e distogliere l'attenzione dalla verità? Penso invece che quegli 80 euro, e anche i prossimi, finiranno messi da parte in un "gruzzoletto", peraltro assai modesto, da conservare al sicuro e da utilizzare solo in caso di necessità. Necessità che, visti i tempi, l'ignoto futuro fiscale sempre in agguato, le promesse e i fallimenti ai quali da anni assistiamo, non saranno poche. E dell'ipotesi "bonus fiscale" per chi acquista una casa e l'affitta a canone concordato, ne vogliamo parlare? In pratica, per rilanciare il mercato immobiliare, se compro un appartamento e poi lo affitto (sempre che poi l'affitto me lo paghino regolarmente ogni mese), avrò un'agevolazione fiscale del 15% (forse) sul prezzo d'acquisto che non dovrà superare (forse) i 200 mila euro. 
fonte: http://www.corriere.it/cronache/14_agosto_28/sconto-fiscale-chi-affitta-alloggi-nuovi-decreto-sblocca-italia-35f46d26-2e79-11e4-866c-ea2e640a1749.shtml 
Come se lo Stato mi garantisse i tacchi nuovi, a patto che mi compri almeno 5 mila paia di scarpe per rilanciare i consumi! ;) 
Altro che "gelato artigianale", mio caro Renzi!
Infine, leggetevi questo articolo. Evidentemente, oltre alla Costituzione, presto bisognerà pensare di riscrivere tutti i dizionari d'Italiano? 
fonte:
http://www.ilgiornale.it/news/politica/lordine-dei-giornalisti-censura-anche-parole-vietato-dire-1047738.html

venerdì 29 agosto 2014

Sblocca Italia



Assistenza sanitaria a rischio, e chi se lo può permettere dovrà stipulare una polizza assicurativa? Se davvero andasse a finire così, altro che riforma del Senato! Piano piano dovranno riscrivere tutta la Costituzione, visto che in molti casi rispettarne gli articoli sta diventando davvero un problema.

fonti:
http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=23107
http://corrispondenti.net/?p=64930

http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/POLITICA/sanit_amp_agrave_pubblica_privata_tagli_governo_ministro_lorenzin_salute_assicurazioni_private/notizie/868880.shtml
Poi c'è la disoccupazione, la recessione, la stagnazione, la deflazione, la disperazione. In attesa dell'assuefazione o della colluttazione.

fonti:

https://www.agi.it/economia/notizie/istat-litalia-e-in-deflazionebr-/-non-accadeva-da-oltre-50-annibr-
http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/11679915/Aumenta-ancora-la-disoccupazione--in.html
http://www.corriere.it/economia/14_agosto_29/1000-occupati-meno-giorno-luglio-sale-disoccupazione-126percento-e265e00a-2f53-11e4-ba33-320a35bea038.shtml


Inoltre, annuncia di nuovo il nostro Presidente del Consiglio, con lo "Sblocca Italia", che secondo Lui equivale a "più investimenti, più crescita e quindi più lavoro", si sbloccheranno i piccoli cantieri diffusi sul territorio. 
Vi ricordate, tra l'altro, cosa aveva detto (mi pare fosse lo scorso febbraio, o marzo) a proposito dell'edilizia scolastica? Se ben ricordo aveva parlato di tre miliardi e mezzo disponibili da destinare in sicurezza e ristrutturazioni, e che a settembre, alla riapertura, i nostri ragazzi avrebbero trovato scuole, sì "rammendate", ma guardando soprattutto alla qualità.

fonte (video conferenza stampa):

http://www.europaquotidiano.it/2014/03/12/renzi-35-miliardi-da-spendere-per-la-scuola-video/
 
In pratica, se non dovessero partire le "grandi opere" si continuerà con le... "operette"!

fonti ulteriori:
 
http://www.corriere.it/scuola/14_marzo_12/renzi-35-miliardi-la-scuola-cabina-regia-e042da96-aa09-11e3-9476-764b3ca84ea2.shtml
http://www.repubblica.it/scuola/2014/03/12/news/renzi_annuncia_3_5miliardi_per_la_scuola-80851944/
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-03-12/piano-renzi-scuole-piu-sicure-35-miliardi-211957.shtml?uuid=ABHO2e2
http://lanuovaferrara.gelocal.it/italia-mondo/2014/08/29/news/governo-alla-prova-riforme-slittano-le-misure-per-la-scuola-1.9835842?id=2.2701&fsp=2.2702

mercoledì 27 agosto 2014

Sanzioni Russia Unione Europea



Di bene in meglio. O, se vi pare, di male in peggio. La sostanza non cambia. Dopo tutto ciò che ci attende tra qualche mese, ora ci mancava anche l'aumento del prezzo del gas! Anche se alla fine vedrete che si risolverà nella classica bolla di sapone: plop! e tutto torna come prima. I soldi fanno gola a tutti, e se è vero che il gas è una preziosa fonte d'introiti per chi lo vende, rinunciare a quei soldi sarebbe da stupidi. Così si fa un po' la voce grossa, si minacciano ritorsioni e qualche ripicca, ma alla fine se a noi serve il gas e il petrolio russo a loro servono, e anche parecchio, i nostri soldi. Anche se non ci comprano le mele o i peperoni. Ma se invece di continuare a dipendere da gas, petrolio, carbone e altre fonti di energia altamente inquinanti ci buttassimo una buona volta sulle energie pulite e rinnovabili? Che fine hanno fatto l'eolico, il fotovoltaico, il solare che ogni tanto, magari in campagna elettorale, saltano fuori? Eppure, oltre ad un ambiente migliore, darebbero anche posti di lavoro. 
In Sardegna, per esempio, ha chiuso definitivamente i battenti l'Alcoa di Portovesme (che produceva alluminio), e centinaia di lavoratori (ma si parla addirittura di qualche migliaio, con l'indotto) si dovranno attaccare alla cassa integrazione. Che non sarà a vita. E dopo? E sapete perché ha chiuso l'Alcoa? Per gli elevati costi di produzione (primo fra tutti l'energia) e quindi la scarsa competitività sui mercati mondiali. E se i costi sono alti per la multinazionale americana, a parità di costi chi volete che se la carichi sulla gobba? Se non calano, restano alti per chiunque altro decidesse di rilevarla. 
Quanto costerebbe, invece, una bonifica e la riconversione degli impianti se la paragoniamo ai costi dei sussidi e alle mortificanti "elemosine" fatte agli operai? Perché se uno si propone alla guida di una regione, di un comune o di una nazione, oltre alle capacità politiche deve dimostrare di aver coraggio e volontà di progettazione. Doti che sembrano scarseggiare nel paniere di chi ci amministra. Quando non siano del tutto assenti.

fonti:

http://it.euronews.com/2014/08/26/sanzioni-russia-ue-danno-per-l-europa-si-rischia-inverno-senza-gas/

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-08-25/russiaue-si-riapre-fronte-gas-114836.shtml?uuid=AB4yoCnB

http://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2014/07/30/news/europa-usa-e-russia-alla-guerra-del-gas-1.174912

http://www.europaquotidiano.it/2014/07/30/le-sanzioni-dellue-contro-la-russia-di-putin/

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07/27/russia-contro-resto-del-mondo-piu-che-le-sanzioni-potranno-le-ripicche/1073302/ 

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/alcoa-chiude-la-fonderia-di-portovesme-sardegna-sulcis-73a039ff-f816-4da9-b49e-598e0e47f208.html 

Possibili rimedi.
fonti:

http://www.beppegrillo.it/videos/0_rofgbwjb.php

http://www.firstonline.info/a/2012/09/02/sulcis-e-alcoa-basta-sussidi-e-basta-inquinamento-/4fd9af7d-ba15-4c35-8636-fe729c9e0515

lunedì 25 agosto 2014

Ebola



Scusate, ma quando si parla di "pandemie" (ovvero di epidemie su scala mondiale, capaci di infettare milioni di persone), io non mi sento per niente tranquillo. E i motivi, se volete, ve li elenco. La prendo da lontano e inizio con la "spagnola" che i più vecchi hanno conosciuto, e quelli meno vecchi come me ne hanno almeno sentito parlare. La "spagnola", tra il 1918 e il 1920, uccise in tutto il mondo decine di milioni di persone.
Per saperne di più, Wikipedia vi darà tutte le informazioni che volete: 

http://it.wikipedia.org/wiki/Influenza_spagnola
Poi, nel 1957, ci fu l'"asiatica" (all'epoca avevo 11 anni, e fortunatamente la evitai), seguita nel 1968 dall'influenza chiamata "Hong Kong", poi nel 2009-2010 quella "suina" e, quasi coetanea, l'"aviaria".
Ciò detto, può capitare che qualcuno, inconsapevolmente e in buona fede, trasporti da qualche altra parte il virus che sta studiando? E' possibile. Errare è umano. Ma a volte, un po' per non creare inutili  e dannose psicosi collettive, un po' perché dietro potrebbero esserci interessi miliardari, talvolta capita che di certi errori non si parli o se ne parli in maniera scorretta e incompleta.
Io non sono né medico né ricercatore, ma come molti di voi mi ritengo un povero cristo al quale deve essere garantito il diritto di morire almeno come gli pare, e non "crocifisso" da qualche multinazionale senza scrupoli. Con la globalizzazione, che sia maledetta, abbiamo spalancato, tuttavia senza che fossero opportunamente controllate, frontiere economiche, e non solo, che prima o poi ci porteranno alla rovina. In barba alla solidarietà e soprattutto ai diritti civili ai quali ciascun essere umano aspira da quando viene al mondo. Retorica spicciola? Può darsi. Però è sufficiente guardarsi intorno e tornare indietro di alcuni anni per notare le differenze. Ma siccome ho iniziato con le pandemie, per non andare fuori tema come spesso accade quando si aprono nuovi filoni di argomenti, con queste voglio continuare.
Oltre alle frontiere economiche, dunque, è utile osservare che in questi anni anche quelle umane sono state spalancate. Perché non si tratta di discriminazione o, ancor peggio, di "razzismo", ma di fronte all'enorme flusso di persone che si spostano ogni giorno da un Paese all'altro usando qualsiasi mezzo di locomozione, il sapere da dove queste persone provengano, quali abitudini igieniche abbiano, o abbiano avuto, e soprattutto se siano sane o malate, sono quesiti leciti che ciascuno di noi si pone, e pone, che dovrebbero sollecitare qualche risposta. Siamo sicuri che le varie ondate migratorie che il nostro Paese - divenuto per forza la porta d'ingresso di un'Europa cieca e sorda - è costretto a sopportare, ormai definite da tutti eccezionali, non si portino dietro malattie da noi ormai debellate da decenni? Siamo davvero certi che tutti quelli che sbarcano vengano opportunamente sorvegliati, e successivamente indagati dal Servizio Sanitario Nazionale? Quelli regolari, magari sì. Ma gli altri, gli "irregolari" o i "clandestini", chi li controlla? Perché, se ne ammettiamo l'esistenza, credo sia ovvio sottolineare che se uno è entrato clandestinamente nel nostro Paese, e cioè "di nascosto, in segreto, sprovvisto di documenti di viaggio", come vuole il vocabolario, non possiamo sapere chi sia, dove sia, e a quali controlli sia stato sottoposto quando è entrato. Altrimenti non sarebbe "clandestino". 
E i barconi coi quali si spostano, dove nascoste nelle stive ci potrebbero essere delle zanzare capaci di trasmettere il plasmodio della malaria (malattia potenzialmente mortale), perché in certe zone tropicali o subtropicali tale malattia è endemica, o qualche altro malanno, chi li controlla? Chi ce le dà queste certezze?
Ora è arrivata l'ebola, che ci mancava, ma della quale avremmo fatto volentieri a meno, che, per citare due regioni a caso, non arriva certo dalla Toscana o dalla Lombardia ma da alcune regioni africane come il Sudan, la Nigeria, la Costa d'Avorio, la Guinea, la Liberia, la Sierra Leone. E siccome la gente continua a muoversi, anche sui barconi, e soprattutto non siamo certi da dove provenga, se due più due fa quattro è probabile che la malattia non resti ferma dov'è e si sposti al seguito della gente che si muove.
fonte:  http://www.ansa.it/sito/videogallery/mondo/2014/08/23/ebola-msf-a-giorni-esplodera-come-una-bomba_d948a348-875c-428f-a464-21290b89a55c.html
Soprattutto se qualcuno, sotto sorveglianza e in quarantena, dovesse malauguratamente pigliare il volo (fortunatamente subito ripreso).
fonti: http://www.lastampa.it/2014/08/19/esteri/ebola-nuovi-casi-in-tre-giorni-in-liberia-rintracciati-i-pazienti-scappati-dalla-quarantena-JZmnqKM9hy9nnLy8vssnkO/pagina.html
http://www.europaquotidiano.it/2014/08/19/ebola-pregliasco-in-italia-no-allarmismi-ma-massima-allerta/
Senza contare le presunte "sperimentazioni" di nuove, presunte "armi biologiche" e i sempre presunti "interessi" che ipoteticamente vi si nasconderebbero dietro.
fonte:  http://informatitalia.blogspot.it/2014/08/ecco-chi-doveva-morire-sul-volo.html
Dobbiamo perciò stare tranquilli? Forse sì. L'importante è essere sicuri che niente venga sottovalutato.
fonte:  http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/ebola_allarme_virus_contagio_italia_ministero_salute/notizie/855022.shtml
Senza contare che a tali rischi si potrebbe sommare quello del terrorismo, che pazzi fanatici potrebbero introdurre - le minacce non mancano - nel nostro Paese e nell'intera Europa. Dobbiamo perciò stare tranquilli? Forse no. E allora teniamo tutti gli occhi aperti, e massima
attenzione a quello che succede intorno a noi!
fonti: http://www.huffingtonpost.it/2014/08/22/intelligence-massima-allerta-terrorismo_n_5700953.html
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/lazio/2014/notizia/terrorismo-allerta-degli-007-bombe-nel-latte-per-neonati-_2064255.shtml
http://www.europaquotidiano.it/2014/08/21/terrorismo-islamista-ora-e-allarme-attentati-in-europa-e-italia/

venerdì 22 agosto 2014

Italia aiuta i Curdi



Ma sì, visto che Renzi ci ha garantito che le tasse non ce le aumenteranno, che le pensioni saranno untouchables, e che i soldi ci sono per tutti, qualche aiutino lo possiamo anche distribuire.
E che il nuovo "aiuto" ai Curdi rischi di rivelarsi il solito "pateracchio all'italiana" è probabile. Basta ricordare quello che avvenne con Öcalan (fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Abdullah_%C3%96calan ), ex leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Partito_dei_Lavoratori_del_Kurdistan ) in galera in Turchia perché accusato di terrorismo, dopo essere stato accolto in Italia dove sperava di avere asilo politico. Leggi, a proposito di "pateracchi all'italiana":
http://www.corriere.it/solferino/romano/07-06-23/01.spm

giovedì 21 agosto 2014

Taglio pensioni



Certamente il prolungamento dei blocco dei contratti, e quindi degli stipendi dei dipendenti pubblici, i nuovi tagli sulle pensioni, sulla sanità, e magari anche l'aumento di qualche accisa sulla benzina, sulle sigarette, sulla birra, e l'introduzione di qualche altra gabella che di sicuro i nostri fantasiosi cervelloni al governo sapranno inventarsi, prolungherebbe ancora di qualche mese la lenta agonia dell'Italia prima del botto finale. Ma quello che i nostri gabellieri non hanno considerato, e chissà se mai lo faranno, è che continuando di questo passo si daranno ancora una volta la zappa sui piedi da soli. Dicono che ancora è presto per fare valutazioni sull'impatto che gli 80 euro hanno avuto su chi ne ha beneficiato, come se la "regalìa" fosse stata addirittura di qualche centinaia di euro e ne avessero goduto tutti! Perché chi li ha presi, datemi retta, non si è certamente dato alle "spese pazze" come ipotizzato dai cervelloni. O li ha messi sotto il classico mattone, oppure se li ha spesi lo ha fatto per pagarsi le tasse sulla casa. Ammesso che gli siano bastati! A questo punto, invece di protestare contro l'innalzamento della pressione fiscale per guadagnarsi la simpatia degli elettori, sarebbe opportuno che Forza Italia e gli altri partiti che appoggiano il governo delle cosiddette "riforme" si opponessero fermamente a questo tipo di manovre che, come tutte le precedenti, andrebbero ancora una volta a colpire i soliti bersagli. Anche se Renzi assicura, dall'Iraq o dalla Versilia, che le pensioni non saranno toccate. Infine, ci auguriamo che una volta per tutte chi fa giornalismo e scrive, o parla, di pensioni, ci faccia sapere se gli importi sono lordi o netti. 
Perché c'è una bella differenza, e soprattutto non tutte sono d'oro!

http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2014/08/18/ARzbNEiB-tagliare_polemica_pensioni.shtml

Aggiungo anche queste fonti, che non guastano:

http://www.formiche.net/2014/08/18/il-siluro-pensioni-la-annebbiata-strategia-europea-dellitalia/ 

http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?idSezione=24400

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/22/crisi-peggiore-del-92-entro-6-mesi-potrebbe-costringere-alla-richiesta-di-salvataggio/634091/

lunedì 18 agosto 2014

Venti di guerra


Eh sì, quest’anno sta facendo proprio caldo! E così, caldo per caldo, sapete cosa ho fatto l’altro giorno? No?... Bene, allora ve lo dico io. Sono sceso nel parcheggio condominiale, dove i tolleranti condòmini mi permettono di parcheggiare il mio elirotore bifase a motori alternati, e dopo aver fatto il solito pieno prelevando con circo e poi spezione la benzina dalle auto dei vicini, l'ho messo in moto e sono partito alla vòlta dell'oasi di Hamed-Al-Kahalifa dove un vecchio amico, compagno d'arme durante un colpo di stato al quale avevamo partecipato come agenti mercenari indipendenti nel lontano 1963, sapevo che aveva preso dimora. Dei particolari bellici, ahimè, non posso dirvi nulla. Perché, essendo i fatti recenti, tutto è ancora coperto dal segreto militare. Perciò non chiedetemi altro e accontentatevi del poco che vi dirò... 
Decollato, ordunque, dall'eliparcheggio condominiale, dopo circa tre ore di volo ed evitati più per miracolo che per perizia un paio di missili siriani sfuggiti al controllo radar di Poggio Topone (PGT), sono atterrato nel cortile di casa del fedele Yussef Al Gharbiya (questo il nome dell'amico), che in quel momento a tutto avrebbe pensato meno che a questa improvvisata. 

 
Caro, prezioso Yussef, appena mi ha visto non stava più nel turbante dalla felicità! Salti, canti, balli, fuochi fatui, damigiane di spremuta di canna da zucchero e altre canne ancora per festeggiare l'evento, e poi siamo entrati in casa dove mi ha voluto subito presentare le sue nove mogli e le tredici suocere. 
Mi ha raccontato che dopo essersi congedato dal controspionaggio, aveva messo su una rappresentanza, prima di palme da cocco, poi da datteri e infine anche da olio, ma gli si sono rovinati, nell’ordine, prima le drupe, poi i pericarpi e infine i dendè. Come se non bastasse, ha proseguito il racconto Yussef, alcuni anni fa gli sono morte tre mogli e una è scappata con un rappresentante di kebab dell'oasi vicina, ma siccome le suocere sono ancora in gamba e cucinano bene, ha deciso di tenersele. Infatti, non appena mi hanno visto, mogli e suocere erano corse già intorno ai fornelli: chi cuoceva il pane, chi il dampokhtak (riso, fave secche, cipolla e curcuma), chi il tacchino al cumino col peperoncino abissino... insomma, ci sarebbe stato da mangiare per un mese intero! 
«Guarda, Yussef, che non mi trattengo molto», gli ho spiegato nel mio arabo approssimativo misto a curdo dell'est, un po' di armeno e una 'nticchia di tosco-ispano-aramaico. «Mia moglie non sa che sono partito, e non vorrei che stesse in pensiero». Ma Yussef non voleva sentir ragioni, e abbracciandomi stretto al cuore mi ha fatto capire che non mi avrebbe assolutamente fatto partire se non prima di avermi mostrato alcune bellezze della sua terra e qualche bombardamento qua e là. Vedendo la mia smorfia di dolore mentre mi abbracciava, sì è accorto del male alla spalla che da qualche tempo mi affligge e con la preoccupazione dipinta sul volto si è subito precipitato al telefono per prenotarmi una seduta alle terme di Qabr Bin Alepp, dove i famosi fanghi del vicino lago salato, mi ha spiegato, avrebbero fatto resuscitare anche Lazzaro se qualcun altro non ci avesse già pensato tempo fa. Dovete sapere che da quelle parti l'ospite è sacro, ma un amico lo è ancor di più, e poi eravamo stati lontani per troppo tempo e avevamo un sacco di cose da raccontarci. Perciò non poteva assolutamente lasciarmi partire se non dopo che fossi del tutto guarito, mi ha detto quasi con le lacrime agli occhi. A tavola, oltre ai coperti e alle succulente e gustosissime pietanze, abbiamo rispolverato i vecchi ricordi di guerra, di quando ci eravamo infiltrati nel Fronte di Liberazione Nazionale e di quando, arrestati e confinati nei campi di prigionia, una notte riuscimmo a fuggire attraverso il deserto, in monopattino, travestiti da zampognari abruzzesi. Posso solo dirvi che per riuscire in quella che da tutti i compagni di prigionia era considerata un’impresa impossibile, dovemmo ricorrere a un astuto stratagemma. 
Siccome avevamo avuto una “soffiata” sulla parola d’ordine, che era: “Lorenzo s’Arrabbia”, e sulla controparola:“Sette pilastri e un paracarro, guarda a sinistra se vedi un ramarro”, a ogni posto di blocco dei ribelli ripetevamo la frase convenzionale stabilita, cioè la controparola, e questo fatto ci salvò la vita e ci ridette la libertà. Anche se, essendo piuttosto lunga e difficile da ricordare, non nascondo che qualche problema la controparola ce lo diede. Soprattutto sul numero dei pilastri e sul tipo di rettile...
Così, Yussef ed io, siamo rimasti per alcune ore a parlare amabilmente dei bei momenti trascorsi insieme; e tutto questo tempo senza che nessuna delle nove mogli, ma soprattutto delle tredici suocere, ci interrompesse. Non mica come da noi, che non stanno mai zitte perché sanno tutto loro... Finito di pranzare, siamo usciti nel fresco liwan e ci siamo accoccolati comodamente sui grandi cuscini color amaranto bordato di giallo senape fumando la tradizionale pipa ad acqua e aspettando il caffè. Bevuto il caffè, scuro e forte com’è usanza di quei luoghi, Yussef ha voluto che lo seguissi nell'orto per vedere se c'era Maramao. Era da giorni che lo cercava, e temeva che fosse morto... invece, cerca che ti cerca, al suo posto abbiamo trovato solo papaveri e papere.
«Ma tu ce l'hai una casetta in Canadà?», mi ha domandato a un certo punto Yussef.
«No, amico mio. Io vivo in Sardegna e lì mi trovo benissimo», gli ho risposto. «Ma... scusa, che c'entra?», ho soggiunto subito dopo ripensando alla bizzarra domanda.
«No... Niente. Dicevo così per dire...», mi ha risposto evasivo. «Perché se non hai né vasche, né pesciolini, né tanti fiori di lillà, che te ne fai di una casetta in Canadà? Però... se avessi almeno un cammello... Ce l'hai un cammello? Hai mai provato a farlo passare per la cruna di un ago?», ha insistito, quasi volendo evidenziare il paradosso epigenetico in quel momento per me incomprensibile soprattutto dal punto di vista fenomenologico-religioso al quale forse Yussef alludeva.
«Ho avuto un cane e due gatti, tutti con le pulci, mio caro Yussef, ma una notte me li hanno rubati e non li ho più rivisti. Quelle carogne, dio li fulmini, mi hanno lasciato, in un barattolino, solo le pulci!», gli ho risposto con rabbia ripensando ai fastidiosi parassiti.
«Perché allora non ti pigli il mio cammello? Te lo do volentieri, è vaccinato e non ha neppure una pulce. Eppoi, io ne ho due!», mi ha detto a quel punto Yussef raggiante.
«E come me lo porto via? Hai visto con cosa sono venuto?», ho replicato.
«Lasci qui quel “coso” e te ne vai col cammello, per di più inosservato. Semplice. Poi consuma anche poco e l'ho fatto revisionare il mese scorso!»
«Senti un po’ Yussef, io con te ci sto bene e ti ho rivisto volentieri, ma il cammello resta dov’è! Non ti offendere, ma cerca di capirmi! Hai presente che significa andare da qui in Sardegna seduto sulle gobbe di un cammello?» 
Gli ho risposto quasi stizzito, vergognandomi però subito dopo per il tono brusco delle mie parole. Yussef ha annuito, in silenzio, e non ha più fiatato fino a quando siamo arrivati vicini al cammello. 

 
Lo aveva chiamato Kámêlon, un nome di fantasia, il primo che gli era venuto in mente perché gli ricordava gli studi classici di quando era ragazzo. In effetti, Kámêlon era un bel cammello: alto e disinvolto, dal pelo folto, e anche se era dinoccolato e sciolto non si muoveva mai da dove Yussef lo parcheggiava. 

 
Mi aveva spiegato che un bombardamento gli aveva completamente distrutto la stalla, e che Kámêlon si era salvato per un puro colpo di fortuna perché in quel momento era fuori, nel campo, a pascolare. E così da quel giorno, spaventato, restava sempre dove Yussef lo metteva. Mi sono avvicinato, e anche se un po’ m’intimoriva la sua bocca spalancata con quei dentacci gialli e sporchi, l’ho accarezzato e lui si è lasciato accarezzare docilmente. “Ciao, Kámêlon!”, gli ho sussurrato, cercando invano di avvicinarmi all’orecchio per me troppo in alto.

 
Come se avesse capito, con un leggero movimento della testa si è abbassato per facilitarmi il compito, e contemporaneamente mi ha alitato in faccia un odore nauseabondo modello sindrome del fecaloma fetido, disturbo irreversibile che affligge meteorici e costipati, soprattutto se deceduti da una settimana e caduti dentro una fogna. 
Lasciato quindi il cammello a puzzare da solo e facendosi sera, siamo tornati verso casa per la cena, dove ci attendevano, già in affanno intorno ai fornelli, le nove mogli e le tredici suocere. Finito di cenare, siamo usciti in cortile a vedere i suggestivi bombardamenti notturni in atto nella vicina città di Al-Amhal-Qsura e, mentre eravamo fissi con gli occhi al cielo, ci è piovuto addosso un missile proveniente dall’ufficio postale di Kask-Wasit-Abel, il paese immediatamente vicino, dove c’è anche un ospedale da campo senz'acqua. Passato lo spavento iniziale per lo scampato pericolo, quando ci siamo accorti che il missile non era esplosivo ma che apparteneva a un tipo di posta celere in uso da quelle parti, Yussef, più pratico di me perché la dichiarazione dei redditi gli viene sempre recapitata con quel sistema, ha aperto lo sportellino sul fianco e ne ha estratta una lettera. «Dev’essere tua moglie che ti scrive». Mi ha detto, visibilmente preoccupato porgendomi la busta a me intestata. Così, l’ho aperta e ho letto ad alta voce in modo tale che anche Yussef potesse sentire: «Mio adorato, so che dove sei ti trovi bene e sei in buona compagnia, ma devi rientrare immediatamente a casa. Pare che qualcuno si sia lamentato per le continue sparizioni della benzina dai serbatoi delle macchine nel parcheggio condominiale, e così l’amministratore ha convocato una riunione urgente di tutti i condòmini. Altrimenti dice che avvisa i Carabinieri e poi sono cazzi. Si è molto raccomandato di non mancare! Mi manchi. Torna presto. Ti amo, sempre tua, Cunegonda». 
Dovevo partire immediatamente. E anche se era notte fonda e dovevamo ancora giocare a luna monda, mi attendeva Cunegonda. Yussef ha molto insistito perché partissi la mattina seguente, all’alba, ma io gli ho fatto capire che di notte, in volo, sarei stato più al sicuro. Avrei volato a bassa quota, gli ho spiegato, per non essere individuato dai radar, e inoltre, non avendo adeguate contromisure elettroniche e volando a vista, avrei avuto il tempo di accorgermi dei temibilissimi SAM terra-aria diretti su di me ed evitarli. Yussef, con le lacrime agli occhi dal dolore per vedermi partire, ed io per il troppo peperoncino del pasticcio di melanzane e montone in fricassea ancora da digerire, ci siamo abbracciati giurando solennemente che, condòmini e Carabinieri permettendo, ci saremmo rivisti quanto prima.
«E… il cammello? Che fai, allora davvero non te lo prendi?», è tornato alla carica il buon Yussef.
Kámêlon, che era poco distante e che sembrava quasi essersi accorto della mia partenza, aveva lanciato un trill…, un gagnol…, uno stranazz…, insomma, mi aveva cammellato qualcosa in dialetto che ho decifrato come “portami secoteco e non ti pentirai!”. Così ho preso il cammello e, invece di farlo passare per la cruna di un ago, l’ho infilato a forza dentro l’elicottero. 

  
Ma siccome non ci entrava tutto, gli è restata la testa di fuori. “Speriamo che non gli finisca nel giramento di pale che mi sta venendo”, ho mormorato sottovoce mentre mettevo in moto il birotore, “altrimenti siamo fottuti!
Il camelide, che era intelligente, avvertita al primo giro di pala la scorticatura del cuoio capelluto si è tenuto basso e così siamo riusciti a decollare senza danni alle pale. Ho fatto un paio di giri a spirale sopra la casa di Yussef per salutarlo, e per l’occasione, lasciati da parte i fornelli dove già stavano preparando la colazione per la mattina seguente, erano uscite anche le mogli e le suocere che agitavano tegami e cosce di tacchino con le melanzane e la curcuma in segno di saluto. Impostato il navigatore a vista verso la Sardegna, ho preso la via del ritorno sperando nella buona sorte.

 
Non avevo percorso che poche miglia, quando un fitto fuoco di artiglieria antiaerea si è scatenato intorno a me. Ho evitato con maestrìa tutti i colpi con una serie di tonneau, di looping e di voli rovesci che, credetemi, per farli con un elicottero bisogna proprio essere bravi. Ed io lo sono stato. Improvvisamente, quando ormai credevo di essere al sicuro, un lampo a ore quattro meno un quarto partito dal basso mi ha avvisato che mi avevano lanciato contro uno dei temibili missili, questa volta non postali ma pieni di esplosivo, e se non avessi fatto qualcosa nei prossimi tre secondi sarei stato spacciato. Il pensiero - che inevitabilmente in quei momenti corre alla casa lontana, agli affetti famigliari e al condominio -, che sarei stato abbattuto e che le mie ossa sarebbero finite nella sabbia di qualche ignoto deserto a biancheggiare al sole, mi ha fatto prendere una decisione immediata. Non avevo contromisure elettroniche, è vero, ma avevo sempre Kámêlon. E così, con qualche spinta e molti calci, l’ho scaraventato giù dall’elicottero un attimo prima che il missile vigliacco s’infrangesse sulla mia carlinga. Il seguito è prevedibile. E’ stato intercettato e centrato in pieno il povero Kámêlon, che con la sua generosità e il suo eroismo, facendomi da contromisura mi ha salvato la vita e mi ha permesso di rientrare a casa tutto intero. Per non dare nell’occhio e sperare nell'oblio condominiale, ho parcheggiato il birotore in piazza col disco orario in bella vista e in riserva. "Perché di questi tempi non si sa mai" ho pensato, "con tutti i delinquenti che fregano la benzina che ci sono in giro"... 
Poi, di quello che è accaduto a Kámêlon, lo spiegherò con calma anche a Yussef. Gli scriverò una bella lettera, magari invitandolo a passare una settimana da noi, e anche se Kámêlon non è passato per la cruna di un ago, gli dirò, vedessi in compenso con quale velocità è uscito dall’elicottero!  
Sono certo che Yussef, da uomo di mondo qual è, capirà.