mercoledì 25 aprile 2012

Campagna elettorale 2012


Art. 47 della Costituzione:

"La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito.
Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione, alla proprietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese"
.

Art. 53 della Costituzione:

"Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività"
.

Chiaro, no? Non mi sembra che ci sia bisogno di ulteriori spiegazioni. 
Perciò, o la Costituzione è "acqua fresca", o "aria fritta", se vi piace di più, oppure nel nostro Paese c'è davvero qualcosa che non va. 
La stessa Corte dei Conti, nelle parole del suo Presidente, ci ha fatto sapere che le tasse sono troppe e che il Paese è in preoccupante recessione. 
E, aggiungo io, ormai hanno raggiunto livelli insostenibili.
Per questo, i sindaci di molti Comuni italiani (uno di questi è Pontinvrea, in provincia di Savona), per non rendersi complici di chi induce i poveracci al suicidio, sono sempre più d'accordo a non far pagare l'Imu sulla prima casa. 

Correzione:

Avevo scritto che:
 

"Anche perché, andando interamente allo Stato (che solo in seguito deciderà quanto restituire in percentuale al Comune), non porterà alcun vantaggio economico immediato alle casse comunali.
  Diverso, invece, per le seconde case, la cui metà dell'imposta andrà allo Stato".

Ma siccome sull'Imu, a distanza di poco più d'un mese dalla prima scadenza, c'è ancora una tale confusione da non riuscire a raccapezzarsi, quasi certamente avevo scritto delle cazzate. Perdonatemi, ma non l'ho fatto apposta. 
Così stamani, nel corso della mia dichiarazione dei redditi per il 2011, ho appreso che l'Imu per la prima casa andrà interamente ai Comuni. 
Mentre per quanto riguarda le seconde case, una percentuale andrà allo Stato e il resto (ancora da definire) andrà ai Comuni.
Sempre che l'informazione ricevuta sia esatta. Anche perché ogni giorno cambiano e se ne inventano una nuova. Come l'Imu bis...

Nota:

Finalmente ho trovato quello che stavo cercando, ovvero il Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201, coordinato con legge di conversione 22 dicembre 2011, n.214, pubblicato sulla G.U. del 27 dicembre 2011, n.300, altrimenti chiamato "Manovra Salva Italia", che, all'art. 13, comma 11, recita testualmente:

"E' riservata allo Stato la quota di imposta pari alla meta' dell'importo calcolato applicando alla base imponibile di tutti gli immobili, ad eccezione dell'abitazione principale e delle relative pertinenze di cui al comma 7, nonche' dei fabbricati rurali ad uso strumentale di cui al comma 8, l'aliquota di base di cui al comma 6, primo periodo. La quota di imposta risultante e' versata allo Stato contestualmente all'imposta municipale propria. Le detrazioni previste dal presente articolo, nonche' le detrazioni e le riduzioni di aliquota deliberate dai comuni non si applicano alla quota di imposta riservata allo Stato di cui al periodo precedente. Per l'accertamento, la riscossione, i rimborsi, le sanzioni, gli interessi ed il contenzioso si applicano le disposizioni vigenti in materia di imposta municipale propria. Le attivita' di accertamento e riscossione dell'imposta erariale sono svolte dal comune al quale spettano le maggiori somme derivanti dallo svolgimento delle suddette attivita' a titolo di imposta, interessi e sanzioni".

Come al solito, è richiesta la presenza di un esorcista che ci traduca il testo dal "burocratese demoniaco" all'italiano semplice, perché tutti possano capire... 

Sarà dunque una battaglia politica, coraggiosa e senza precedenti, da parte di chi si è messo sul serio, e non a chiacchiere, al servizio dei cittadini che è chiamato ad amministrare. La buona politica, se si vuole, si fa direttamente sul territorio. Anche perché la gente te la ritrovi davanti tutti i giorni.
Dal canto suo il Presidente Napolitano, tra una commemorazione e l'altra, non dimentica di ricordarci "che il momento è difficile", "che la Grecia è sempre in agguato", "che tutti sono chiamati a fare sacrifici per il bene del Paese".
Ma chi sono, davvero, questi "tutti"? Siamo sicuri che da questa generale  "chiamata alle armi", non vi siano ancora degli esclusi che continuano imperterriti a godere di quei privilegi a loro riservati? E' forse un peccato ricordarlo? E' antipolitica, questa? O, invece, è solo sete di giustizia?
Perché l'antipolitica, parola in voga di questi tempi sulle bocche di molti, di certo non la facciamo noi. L'antipolitica la fanno a Roma i nostri governanti. Perché se per "antipolitica" s'intende il menefreghismo, il qualunquismo, l'indifferenza e la noncuranza verso il prossimo e i suoi bisogni, mi pare che gli esempi che ci sono venuti dalla politica e da chi in questi ultimi anni l'ha rappresentata al peggio, non manchino.  
In merito aveva detto qualcosa, tempo fa, un leader politico che della correttezza aveva fatto la sua bandiera: Enrico Berlinguer.  
E, insieme a lui, ricordiamoci dell'apologo di Menenio Agrippa: vecchio, ma mai attuale come adesso!
Intanto si scaldano i motori in vista delle future elezioni. Le promessine che sentiamo provenire dai Bersani, dagli Alfano, dai Casini, dai Bocchino, dai Fini e da tutto il resto dei partiti e partitini occupati a rifarsi il trucco, ci ricordano che siamo già in campagna elettorale e che presto saremo chiamati a votarli. Ancora?! Ma non li avevamo già votati? E per che cosa? Per portarci dove siamo adesso?
Iniziate a tagliare la spesa pubblica, invece, subito e partendo dai "palazzi". Dopo, forse, vi crederemo e, forse, vi voteremo.
Francesco Dotti

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