martedì 3 aprile 2012

Cresci Italia


A scanso di equivoci, dico subito che non m'intendo di economia (almeno di quella dei "professori"), pur avendone praticato un tipo "personale" da sempre. Da dipendente, prima, e da pensionato, poi.
Sarà forse per questo che m'incazzo quando vedo che i cosiddetti "risanamenti" dello Stato vengono fatti sempre a carico delle classi più deboli. Tanto deboli che nulla possono contro l'arroganza di chi questi risanamenti impone, perché non appartengono ad alcuna di quelle categorie privilegiate che, invece, hanno forza e competenze adeguate per opporvisi.
Così noi siamo lì, con le nostre dichiarazioni "acqua e sapone", ad offrire forzosamente ogni volta il collo alla scure dell'ingiustizia. 

E allora sarà forse per questo che da un po' di tempo abbiamo imparato a chiederci a cosa, ma soprattutto a chi, servono le tasse - meglio dette imposte - che dovrebbero essere adoperate per avere indietro servizi decenti, o almeno proporzionati a quello che paghiamo. 
Perciò mi viene il dubbio (o la certezza?) che in tutti questi anni una bella fetta delle nostre tasse-imposte-tributi sia finita nel calderone dei partiti, dei palazzi del potere, degli uffici ministeriali, delle società più o meno pubbliche, dove per incantesimo sparisce tramutandosi in lauti stipendi, liquidazioni d'oro e altri innominabili sprechi e zavorre inutili. Quando non serva a corrompere, a concutere a malversare o, più in breve, ad abusare dei propri uffici.
Ci risiamo con la demagogia d'accatto? Col populismo da quattro soldi? Chiamatelo un po' come vi pare, ma intanto la gente si dà fuoco, s'impicca, si butta dalle finestre perché non ce la fa più.
Come quella povera signora che oggi, in provincia di Caltanissetta, si è tolta la vita perché le avevano ridotto la pensione. 

Già titolare di una pensione d'invalidità, alla morte del marito le sarebbe toccata anche quella di reversibilità, ma siccome la cifra totale che avrebbe dovuto percepire era "esagerata" (circa 800 euri per un solo mese!!!), da quella cifra hanno pensato bene di toglierne 200.
E giustizia è fatta! D'ora in poi, con 600 euri al mese, avrebbe dovuto mangiare, vestirsi, curarsi, scaldarsi, pagare le bollette, l'Ici e tutto il resto.
Pensateci bene esimi professori dai conti facili e dai lauti compensi, politicanti in attesa che qualcuno vi faccia la carità di un voto alle prossime elezioni, voltagabbana che avete in mente di riciclarvi sotto le spoglie di pseudo movimenti o liste "civiche" per rioccupare le poltrone perdute: se l'Italia è in agonia, continuando così le date il colpo di grazia!

Francesco Dotti

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