mercoledì 18 aprile 2012

Def 2012: programma di stabilità e riforma



Pur non avendo mai fumato una canna in vita mia, sono letteralmente stupefatto. Passa il tempo e dal governo si continua a sentir parlare di "equità", "sobrietà", "lavoro", "stabilità", "innovazione"... mentre contemporaneamente vengono nominati "crescita", "obiettivi europei" e "rilanci dell'economia", con annessi fantomatici "pareggi di bilancio nel 2013"
Intanto i consumi sono fermi, nessuno compra più nulla e la gente è disperata.
Poi, con cadenza quasi mensile, a destra e a manca, emergono vergognosi avvenimenti che scopriamo avere a che fare con la corruzione, con la distrazione di fondi pubblici e con tutto il resto che l'italiota fantasia truffaldina ci suggerisce. Così le questioni etico-morali che hanno interessato alcuni partiti e la stessa politica ci confermano, ahimè, che il sospetto che avevamo di navigare in acque burrascose oggi è diventato certezza. E siccome nessuno di quelli che contano, almeno finora, ha voluto togliersi nulla, questa situazione mi fa pensare al marinaresco "si salvi chi può!" in cui i topi sono tra i primi ad abbandonare la nave che affonda. Naturalmente ciascuno ben aggrappato al proprio pezzo di formaggio d'ordinanza, infischiandosene delle inutili trappole incontrate durante il percorso, alla faccia di donne e bambini.
E' altrettanto chiaro che non tutta la politica, e con essa chi in buona fede la esercita, fa schifo. Ci sono, è vero, pur sempre delle eccezioni che hanno a cuore le sorti del proprio Paese e che s'impegnano per bene amministrarlo. Ma forse sono troppo pochi e divisi da idee talvolta diverse. Oppure contano poco perché sono poco rappresentati. Ma basterebbe, secondo me, che queste forze buone per un po' lasciassero da parte ideologie e personalismi e, vivaddio, si unissero concorrendo tutte insieme per il bene di tutti noi, e il gioco sarebbe fatto.
Ma la politica ha i suoi costi, checché ne voglia la "spending review", e ogni parlamentare, è bene ricordarlo, ci costa 1 milione e 700 mila euri all'anno, mentre i vitalizi della Camera ce ne costano, sempre in milioni di euri, 138 all'anno. Poi ci sono i palazzoni governativi utilizzati - e non - da alcuni ministeri, ma di proprietà di privati, per i quali si parla di altri milioni di affitto all'anno. Senza contare le spese di manutenzione e pulizia che ammontano ad altre svariate centinaia di migliaia di euro, oltre agli stipendi per i dipendenti di questi e di altri palazzi, che da soli guadagnano più del Re di Spagna.
E ancora le Province e gli Enti inutili, per il cui mantenimento paghiamo, in tasse e tassine più o meno nascoste, oltre 4 miliardi di euri all'anno.
Ma dice che "stanno lavorando per una razionalizzazione di queste spese"
Quella "spending review", di cui si parla e si continua a parlare. Tanto, le parole sono gratis.
Quello che non è gratis invece sono le tasse che paghiamo, sempre noi, i soliti fessi, per una mangiatoia istituzionale mai satolla e che usa i poveri per mantenere i ricchi.
Infine, ma potrei continuare a scrivere per tutta la settimana, i "rimborseggi elettorali" (come qualcuno li ha chiamati) pagati ai partiti. Secondo la Corte dei Conti, dal 1994 al 2008 essi partiti hanno percepito 2,25 miliardi di euri e ne hanno spesi un quarto. Come a dire che hanno speso 1 euro, a fronte dei 4 percepiti. Con un surplus, in positivo dunque, di 1,67 miliardi di euri che sono rimasti nelle casse dei partiti. E ora si parla dell'ultima tranche che dovrebbero incassare - dai 100 ai 180 milioni di euri -, il cui pagamento è previsto per il prossimo luglio. Basterebbe rinunciarvi, questa volta con un bel decreto e non con un disegno di legge destinato a perdersi nella notte dei tempi, e con quei soldi, per esempio, si coprirebbero le spese, udite! udite!, di cancelleria, o "beni di consumo", del solo Ministero della Giustizia, risparmiando una cospicua fetta della spesa pubblica.
Per oggi mi fermo qui, perché le palle mi stanno girando così vorticosamente che rischiano di uscirmi dal "cerchio magico" della mutanda.
Francesco Dotti

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