giovedì 29 settembre 2011
mercoledì 28 settembre 2011
Quote latte
Si mormora in giro che le sanzioni inflitteci dalla Comunità Europea per quanto riguarda le famigerate "quote latte" potrebbero essere imputabili alle false dichiarazioni di alcuni allevatori i quali, per pagare meno tasse, avrebbero attestato di produrre meno latte.
In breve, una volta stabilito per legge il limite di produzione assegnato, tutto quello che viene prodotto in più è soggetto ad un prelievo finanziario supplementare che alla fine renderebbe antieconomica tutta l'operazione.
Da qui le presunte "false dichiarazioni" dalle quali scaturirebbe la multa che la Comunità Europea ha comminato: circa quattro miliardi di euri piombati non solo sulle spalle degli allevatori, ma anche su quelle dei contribuenti italiani.
Le proteste non sono mancate, e molti degli allevatori che inizialmente si erano rifiutati di pagare hanno cominciato, seppure a malincuore, a farlo.
Moolto a malincuore...
Per saperne di più su come funziona la normativa comunitaria sulle "quote latte", potete consultare:
http://it.wikipedia.org/wiki/Quota_latte
martedì 27 settembre 2011
Campagna
Questo è un acquerello che raffigura una campagna "anonima", ovvero di quelle che si possono trovare dovunque e comunque, ma anche quantunque.
Per fare una prova e vedere quale sarebbe stato il risultato, ho usato un cartoncino azzurro.
Mentre ho dei dubbi su tutto il resto, devo dire che l'azzurro del cartoncino mi sembra venuto bene. Che ve ne pare?
Norma anti-blog
La legge sulle intercettazioni pare che si debba tirare dietro anche una norma di tipo restrittivo che dovrebbe riguardare i blog, equiparandoli ad altri siti d'informazione on line.
Un po' come avviene per i giornali.
Sia partendo dalla presunzione d'innocenza che riguarda ogni persona accusata di un reato - che è da ritenere innocente fino alla condanna definitiva -, e quindi il giornalista (nel caso specifico il blogger) non deve costruire la notizia in modo da presentare come colpevole chi ancora deve essere giudicato, sia per quanto riguarda il diritto inviolabile di replica a chi si è sentito oggetto delle critiche contenute nella pubblicazione, sia per l'obbligo di rettificare, da parte dello stesso gestore del blog, quanto di eventualmente inesatto o di lesivo avesse riportato.
Tutto ciò tocca anche la sfera privata di persone note o che esercitano funzioni pubbliche, quando le notizie non hanno alcun rilievo sul loro ruolo o sulla loro vita pubblica.
A questo punto, però, bisognerebbe sapere se la richiesta di rettifica prescinde o meno dalla fondatezza della richiesta stessa. Ovvero se il gestore del blog è obbligato a rettificare anche se quello che ha scritto è la verità provata e attiene al diritto di critica (o d'informazione), libero e senza vincoli, che ciascuno di noi ha nel commentare ed esprimere opinioni.
A meno che, è chiaro, non infranga ciò che la legge pone come limite all'offesa e alla diffamazione, peraltro sancito, oltre che dal Codice Penale (artt. 594 e 595), anche dall'art. 21 della Costituzione:
"Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
Va benissimo la libertà di critica e d'informazione, aggiungo io, ma senza offendere e diffamare nessuno.
Un po' come avviene per i giornali.
Probabilmente una legge decisa per arginare la montagna d'insulti, illazioni, minacce e tutto il sottobosco di oltraggi di varia natura presenti sul web, destinati per la maggior parte a chi si occupa di politica attiva e di qualsiasi schieramento si tratti.
E non vedo cosa ci sia di scandaloso in tutto questo, che d'altra parte è sancito dalla stessa "Carta dei doveri del giornalista". Sia partendo dalla presunzione d'innocenza che riguarda ogni persona accusata di un reato - che è da ritenere innocente fino alla condanna definitiva -, e quindi il giornalista (nel caso specifico il blogger) non deve costruire la notizia in modo da presentare come colpevole chi ancora deve essere giudicato, sia per quanto riguarda il diritto inviolabile di replica a chi si è sentito oggetto delle critiche contenute nella pubblicazione, sia per l'obbligo di rettificare, da parte dello stesso gestore del blog, quanto di eventualmente inesatto o di lesivo avesse riportato.
Tutto ciò tocca anche la sfera privata di persone note o che esercitano funzioni pubbliche, quando le notizie non hanno alcun rilievo sul loro ruolo o sulla loro vita pubblica.
A questo punto, però, bisognerebbe sapere se la richiesta di rettifica prescinde o meno dalla fondatezza della richiesta stessa. Ovvero se il gestore del blog è obbligato a rettificare anche se quello che ha scritto è la verità provata e attiene al diritto di critica (o d'informazione), libero e senza vincoli, che ciascuno di noi ha nel commentare ed esprimere opinioni.
A meno che, è chiaro, non infranga ciò che la legge pone come limite all'offesa e alla diffamazione, peraltro sancito, oltre che dal Codice Penale (artt. 594 e 595), anche dall'art. 21 della Costituzione:
"Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni". Va benissimo la libertà di critica e d'informazione, aggiungo io, ma senza offendere e diffamare nessuno.
venerdì 23 settembre 2011
Satellite UARS
Un satellitone grosso come un autobus, dal nome simile ad una esclamazione di meravigliato dolore - Uars! -, si sta avvicinando minaccioso sulle nostre teste, ma non sappiamo ancora con certezza dove cadrà.
Gli esperti dicono che la traiettoria d'impatto cambia in continuazione - peggio delle finanziarie - e quella che davano per certa, la 1, adesso pare che non sia più attendibile.
E allora, quale traiettoria sarà: la 1, la 2 o la 3?
Io, per andare sul sicuro, dato che ho un posto auto scoperto nel cortile condominiale, ho già messo al riparo la mia fedele Panda "giallo ottimista" nell'androne del palazzo. Devo ancora finire di pagarla, e mi seccherebbe parecchio trovarla spiaccicata dal detritone spaziale fuori controllo.
Meno male che abito al primo piano e che sopra di me ho altri tre appartamenti...
giovedì 22 settembre 2011
Ottana - Chiesa di San Nicola
La bella Chiesa di San Nicola (sec. XII), alla quale si accede attraverso un'ampia scalinata, è edificata in conci di trachite nera e viola alternati a pietra rossa, e sorge sopra una collinetta che domina il centro del paese.
In stile romanico, ha la facciata composta da tre ordini: il superiore, con un falso loggiato di cinque arcate a tutto sesto (di cui la centrale è maggiore delle altre, che scalano in grandezza), con capitello e base; l'intermedio, tripartito in tre arcate a tutto sesto con bifora centrale; quello inferiore, tripartito anch'esso con tre arcate e rombi decorativi, con il portale d'ingresso il cui architrave è sormontato da un arco a tutto sesto.
L'interno è a "croce commissa", o "a tau", ed è formato da un'unica navata di capriate in legno con l'abside a forma di semicupola che ospita un bel crocifisso ligneo del Cinquecento.
In uno dei due bracci laterali è presente un polittico del Trecento che raffigura la vita dei santi Nicola e Francesco, attribuito a un Maestro delle tempere francescane.
Purtroppo non mi è stato possibile fotografarlo. Stavano celebrando un matrimonio e non volevo disturbare la funzione religiosa facendo il "turista"...
Per informazioni più dettagliate, vedi:
L'Àrdia di Sèdilo
Sèdilo è un paese di circa 2.700 abitanti, in provincia di Oristano.
Il paese sorge su un vasto altopiano dal quale si gode una splendida vista sul lago Omodeo. Questo bacino artificiale (che è tra i più estesi d'Europa) fu realizzato allo scopo di contenere e sfruttare le piene del fiume Tirso costruendovi una diga.
Àrdia, forse sta per "azzardo", "rischio", in quanto si tratta di una sfrenata corsa a cavallo alla quale partecipano un centinaio di cavalieri e che ogni anno si svolge a Sèdilo la sera del 6 luglio e la mattina del giorno seguente.
La corsa rievoca la battaglia di Ponte Milvio tra Costantino I e Massenzio, che ebbe luogo il 28 ottobre del 312, sembra nei pressi di Saxa Rubra. Evidentemente le battaglie per la Rai(?) hanno una storia antica...
Ricordiamo che Flavio Valerio Aurelio Costantino - meglio conosciuto come Costantino il Grande - fu l'imperatore romano che per primo riconobbe la libertà di culto e favorì il Cristianesimo. Pur se non riconosciuto dalla Chiesa Cattolica, è considerato un santo simile agli Apostoli da altre Chiese cristiane.
Con la battaglia di Ponte Milvio, Costantino mise fine al regno di Massenzio che a quel tempo si era autoproclamato imperatore e progettava il ripristino della grandezza di Roma.
La nascita dell'Àrdia, e il perché si svolga proprio a Sèdilo, risale a una leggenda i cui tratti salienti potrete leggerli sempre sul sito dell'Associazione.
Sullo stesso sito, oltre a tutta la storia, troverete anche immagini e interessanti filmati sull'avvenimento:
lunedì 19 settembre 2011
Sardegna
Le solite "impressioni", còlte al volo durante i miei viaggi e messe su carta così come vengono.
Matita grassa, pastelli acquerellabili, "lavatura" del solito piatto imbrattato di vecchi e ormai secchi colori, acqua quanto basta. Naturalmente, anche un paio di pennelli! The usual "impressions", captured on the fly during my travels and put on paper as they are.
Grease pencil, watercolor crayons, "washing" of the usual plate smeared with old and now dry color, water as required. Of course, even a couple of brushes!
Auto a pipì
Dalla tecnologia teutonica presto arriverà sui mercati un nuovo tipo di carburante che utilizzerà, udite! udite! nientemeno che... la pipì.
Servirà, dicono, a diminuire le emissioni inquinanti nell'atmosfera. Ma, aggiungo io, non solo nell'atmosfera. Le diminuirà anche... sulla Terra.
D'ora in poi basta, infatti, con le soste forzate nelle piazzuole d'emergenza, negli autogrill, dietro i cespugli o sotto i viadotti per nascondersi agli occhi indiscreti di altri automobilisti. Tra un po' basterà dotarsi di un recipiente da tenere in macchina, magari con un imbuto per facilitare il travaso, e il gioco è fatto.
"Papà! Mi scappa la pipì!!"
"Non lo hai visto il bidoncino dietro al sedile? Falla lì, ché poi facciamo il pieno!"and for my english friends:
«Do you want to take a refilling?»
«No thanks. I have the gas system!»
From the Teutonic technology will soon arrive on the markets a new type of fuel use, hear! hear! none other than ... piss.
It will serve, they say, to reduce air pollutant emissions. But, I might add, not only in the atmosphere. It will decrease also ... on Earth.
From now on, no more forced stop in an emergency little squares, motorway services in behind the bushes or under the viaducts to hide from prying eyes of other car drivers.
In a little will be enaugh to adopt a container to keep in the car, possibly with a funnel for easy pouring, and you're done.
"Dad! I pee!"
"Have you not seen the bin behind the seat? Make it there, because then we fill up!"
domenica 18 settembre 2011
Capo Ferrato - Costa Rei
Ieri mattina, dopo una settimana passata a fare il "pensionato" tra il Poetto e casa mia, io e la mia Signora ci siamo guardati negli occhi molto profondamente e verso le 11,30 - un po' tardino per decidere una gita, è vero -, ci siamo chiesti all'unìsono: «Perché non ce ne andiamo tutto il giorno al mare, quello "bello", delle "cartoline"?»
Effettivamente la giornata si preannunciava meravigliosa: credo che, senza esagerare, sia stata la più bella dall'inizio dell'estate. E' la verità. E passarla a casa sarebbe stato un vero delitto.
In meno di dieci minuti abbiamo preparato tutto, e con la nostra Panda giallo "ottimista", dopo aver messo i soliti 10 euri di benzina con l'Iva aumentata, siamo partiti di volata per Costa Rei: un posto bellissimo dove eravamo già stati da "ragazzi", in campeggio, almeno un trentina d'anni fa: «Chissà come sarà adesso?...» Ci siamo chiesti. Ma non all'unìsono.
Abbiamo imboccato la nuova SS 125, che da Cagliari porta a Muravera, ma dopo un po' l'abbiamo dovuta abbandonare perché... era finita! Nel senso che la "nuova" si ricollegava alla vecchia, curviforme litoranea per Villasimius. Perbacco! Ma com'è 'sta storia... se mi avevano detto che la nuova 125 porta dritti dritti fino a Muravera, come mai questa si ferma prima? Ma se volevamo arrivare a Muravera, non ci restava che proseguire.
Dopo qualche chilometro siamo arrivati a una rotatoria - anche quella "nuova", perché ormai di rotatorie ne fanno quanto le finanziarie! - che c'è nei pressi di Geremeas, dove campeggiavano dei cartelli indicatori recanti scritto a chiare lettere: "Cagliari", "Villasimius", "Il Monastero" (c'era un letto disegnato... sarà un albergo) e... "Nuova 125".
Sconcerto & Turbamento.
Cagliari non m'interessava perché ero venuto da lì; Villasimius neppure perché era la strada vecchia e la conoscevo già: lunga, trafficata e piena di curve; per il Monastero-con-letto era ancora presto perché ci eravamo alzati un paio d'ore prima. C'era poco da scegliere: non restava che "Nuova 125". Sì, ma dove ci avrebbe portato?
Perciò, prima di avventurarmi lungo una strada che non conoscevo, ho chiesto informazioni allo Snack-Bar-Tabacchi lì vicino, aperto 24 ore, dove il simpatico e loquace barista aiutato da due altrettanto amabili avventori mi hanno fornito tutte le indicazioni necessarie per proseguire il viaggio. La "Nuova 125-e-basta" portava proprio a Muravera, ma lo avrei saputo solo qualche centinaio di metri più avanti, se solo avessi osato proseguire.
Apro una parentesi: caro Assessorato Comunale Ai Cartelli, da cui dipende quel cartello indicatore, vi costava tanto aggiungere le località toccate dalla "Nuova 125" alle altre presenti sulla rotonda, o rotatoria che dir si voglia? Lo spazio non manca di certo! E questo discorso vale anche per gli altri svincoli dove c'è scritto "Nuova 125". Chiusa parentesi.
Il viaggio è proseguito lungo questo nuovissimo nastro d'asfalto che ogni tanto s'infilava dentro lunghe gallerie. A un certo punto ho visto sulla destra il cartello indicatore per Capo Ferrato-San Priamo.
San Priamo! Mi è venuto in mente che c'ero già stato, appena arrivato in Sardegna, quarantun anni or sono, ospite nella casa di un vecchio amico e collega, quando ancora il turismo era là da venire e tutto da quelle parti era così selvaggio da lasciarti senza fiato. E così, spinto dalla curiosità di vedere cosa fosse cambiato in tutti questi anni, ho seguito l'indicazione.
Il villaggio di San Priamo, che conta poco più di un centinaio di abitanti, sorge a una quarantina di chilometri da Cagliari lungo la vecchia SS 125 che porta a Muravera e Tortolì.
Fu edificato, e popolato, a partire dagli anni Trenta, durante il periodo fascista, in occasione della bonifica delle piane alluvionali del Sarrabus - una sub regione della Sardegna sud orientale - rese paludose dalle frequenti inondazioni del Flumendosa e di altri corsi d'acqua che l'attraversano.
Per ulteriori e più dettagliate informazioni sulla zona da me visitata, consultate:
http://it.wikipedia.org/wiki/Sarrabus-Gerrei
Da qui al mare la strada è breve. Basta chiedere qualche informazione (i cartelli indicatori scarseggiano) e soprattutto cercare di sentire l'odore del mare portato dal vento.
Da San Priamo, attraverso una strada ampia, dal fondo alquanto sconnesso che dopo un po' diventa uno sterrato comunque ben percorribile, si arriva a Capo Ferrato e... si fa subito il bagno!
Spiaggia bianchissima, pulita e soprattutto libera, due soli ombrelloni - il mio e un altro - nel raggio di almeno duecento metri e... un mare da favola!
Si può chiedere di più? No. Non si può!
Già, perché qui il mare è di un color smeraldo talmente invitante che ti ci tufferesti anche a gennaio.
Per l'occasione, mi ero fatto pettinare dal barbiere di Celentano...
Siamo rimasti un po', giusto il tempo di fare qualche bagno e riprendere fiato e poi siamo ripartiti. Quella giornata me la dovevo godere proprio tutta, vedendo tutto ciò che potevo!
Ricaricati gli attrezzi da mare sulla Panda giallo "ottimista", da Capo Ferrato abbiamo continuato lungo la litoranea e dopo qualche chilometro siamo arrivati a Costa Rei: ville, alberghi, ristoranti, spiagge meravigliose... insomma, il paradiso per le vacanze!
Ci siamo presi un gelato - avevamo nello stomaco solo un paio di pacchettini di creckers dalla mattina - e poi abbiamo proseguito per Cala Sinzias: un'altra spiaggia meravigliosa, con un mare che pareva dire: "bùttati!"
E come potevo resistere davanti a cotante trasparenze? Avreste potuto, voi? Io, no. Praticamente, sono stato tutto il pomeriggio a mollo come una papera.
Dice: «Ma a noi che ci frega?» Lo so, magari non ve ne importa un fico secco, ma a qualcuno lo dovevo pur dire!
Questa è la spiaggia di Cala Sinzias, e quello sotto sono io.
Verso sera, infine, quando ormai non ce la facevo quasi più a stare a galla, abbiamo deciso di rientrare a casa. E ora eccomi qui, stanco morto, dopo aver "scaricato" una marea di foto, a raccontarvi questo mio spendido sabato di metà settembre che collezionerò tra i miei ricordi più belli.
Ciao a tutti
Effettivamente la giornata si preannunciava meravigliosa: credo che, senza esagerare, sia stata la più bella dall'inizio dell'estate. E' la verità. E passarla a casa sarebbe stato un vero delitto.
In meno di dieci minuti abbiamo preparato tutto, e con la nostra Panda giallo "ottimista", dopo aver messo i soliti 10 euri di benzina con l'Iva aumentata, siamo partiti di volata per Costa Rei: un posto bellissimo dove eravamo già stati da "ragazzi", in campeggio, almeno un trentina d'anni fa: «Chissà come sarà adesso?...» Ci siamo chiesti. Ma non all'unìsono.
Abbiamo imboccato la nuova SS 125, che da Cagliari porta a Muravera, ma dopo un po' l'abbiamo dovuta abbandonare perché... era finita! Nel senso che la "nuova" si ricollegava alla vecchia, curviforme litoranea per Villasimius. Perbacco! Ma com'è 'sta storia... se mi avevano detto che la nuova 125 porta dritti dritti fino a Muravera, come mai questa si ferma prima? Ma se volevamo arrivare a Muravera, non ci restava che proseguire.
Dopo qualche chilometro siamo arrivati a una rotatoria - anche quella "nuova", perché ormai di rotatorie ne fanno quanto le finanziarie! - che c'è nei pressi di Geremeas, dove campeggiavano dei cartelli indicatori recanti scritto a chiare lettere: "Cagliari", "Villasimius", "Il Monastero" (c'era un letto disegnato... sarà un albergo) e... "Nuova 125".
Sconcerto & Turbamento.
Cagliari non m'interessava perché ero venuto da lì; Villasimius neppure perché era la strada vecchia e la conoscevo già: lunga, trafficata e piena di curve; per il Monastero-con-letto era ancora presto perché ci eravamo alzati un paio d'ore prima. C'era poco da scegliere: non restava che "Nuova 125". Sì, ma dove ci avrebbe portato?
Perciò, prima di avventurarmi lungo una strada che non conoscevo, ho chiesto informazioni allo Snack-Bar-Tabacchi lì vicino, aperto 24 ore, dove il simpatico e loquace barista aiutato da due altrettanto amabili avventori mi hanno fornito tutte le indicazioni necessarie per proseguire il viaggio. La "Nuova 125-e-basta" portava proprio a Muravera, ma lo avrei saputo solo qualche centinaio di metri più avanti, se solo avessi osato proseguire.
Apro una parentesi: caro Assessorato Comunale Ai Cartelli, da cui dipende quel cartello indicatore, vi costava tanto aggiungere le località toccate dalla "Nuova 125" alle altre presenti sulla rotonda, o rotatoria che dir si voglia? Lo spazio non manca di certo! E questo discorso vale anche per gli altri svincoli dove c'è scritto "Nuova 125". Chiusa parentesi.
Il viaggio è proseguito lungo questo nuovissimo nastro d'asfalto che ogni tanto s'infilava dentro lunghe gallerie. A un certo punto ho visto sulla destra il cartello indicatore per Capo Ferrato-San Priamo.
San Priamo! Mi è venuto in mente che c'ero già stato, appena arrivato in Sardegna, quarantun anni or sono, ospite nella casa di un vecchio amico e collega, quando ancora il turismo era là da venire e tutto da quelle parti era così selvaggio da lasciarti senza fiato. E così, spinto dalla curiosità di vedere cosa fosse cambiato in tutti questi anni, ho seguito l'indicazione.
Il villaggio di San Priamo, che conta poco più di un centinaio di abitanti, sorge a una quarantina di chilometri da Cagliari lungo la vecchia SS 125 che porta a Muravera e Tortolì.
Fu edificato, e popolato, a partire dagli anni Trenta, durante il periodo fascista, in occasione della bonifica delle piane alluvionali del Sarrabus - una sub regione della Sardegna sud orientale - rese paludose dalle frequenti inondazioni del Flumendosa e di altri corsi d'acqua che l'attraversano.
Per ulteriori e più dettagliate informazioni sulla zona da me visitata, consultate:
http://it.wikipedia.org/wiki/Sarrabus-Gerrei
Da qui al mare la strada è breve. Basta chiedere qualche informazione (i cartelli indicatori scarseggiano) e soprattutto cercare di sentire l'odore del mare portato dal vento.
Da San Priamo, attraverso una strada ampia, dal fondo alquanto sconnesso che dopo un po' diventa uno sterrato comunque ben percorribile, si arriva a Capo Ferrato e... si fa subito il bagno!
Spiaggia bianchissima, pulita e soprattutto libera, due soli ombrelloni - il mio e un altro - nel raggio di almeno duecento metri e... un mare da favola!
Si può chiedere di più? No. Non si può!
Già, perché qui il mare è di un color smeraldo talmente invitante che ti ci tufferesti anche a gennaio.
Per l'occasione, mi ero fatto pettinare dal barbiere di Celentano...
Siamo rimasti un po', giusto il tempo di fare qualche bagno e riprendere fiato e poi siamo ripartiti. Quella giornata me la dovevo godere proprio tutta, vedendo tutto ciò che potevo!
Ricaricati gli attrezzi da mare sulla Panda giallo "ottimista", da Capo Ferrato abbiamo continuato lungo la litoranea e dopo qualche chilometro siamo arrivati a Costa Rei: ville, alberghi, ristoranti, spiagge meravigliose... insomma, il paradiso per le vacanze!
Ci siamo presi un gelato - avevamo nello stomaco solo un paio di pacchettini di creckers dalla mattina - e poi abbiamo proseguito per Cala Sinzias: un'altra spiaggia meravigliosa, con un mare che pareva dire: "bùttati!"
E come potevo resistere davanti a cotante trasparenze? Avreste potuto, voi? Io, no. Praticamente, sono stato tutto il pomeriggio a mollo come una papera.
Dice: «Ma a noi che ci frega?» Lo so, magari non ve ne importa un fico secco, ma a qualcuno lo dovevo pur dire!
Questa è la spiaggia di Cala Sinzias, e quello sotto sono io.
Verso sera, infine, quando ormai non ce la facevo quasi più a stare a galla, abbiamo deciso di rientrare a casa. E ora eccomi qui, stanco morto, dopo aver "scaricato" una marea di foto, a raccontarvi questo mio spendido sabato di metà settembre che collezionerò tra i miei ricordi più belli.
Ciao a tutti
P.S.
Ogni tanto, quando ripenso a quel fessacchiotto del mio ex comandante che il 1° luglio 1970 mi spedì in Sardegna per punizione, mi viene da ridere!venerdì 16 settembre 2011
giovedì 15 settembre 2011
Cagliari
Qui di seguito alcune immagini di Cagliari poco prima e subito dopo il tramonto.
Immagini forse banali e scontate per chi conosce la città, ma spero non per chi non c'è mai stato e magari in cuor suo desidera visitarla. Sono state scattate in giorni diversi, ma il panorama, stupendo anche per me che lo conosco da quarant'anni, ti lascia ogni volta incantato mentre lo guardi.
Questa qui sotto è un'immagine di ieri sera, dopo il tramonto. Ero ancora in casa quando mi sono accorto della particolarità della luce e delle nuvole che si stagliavano all'orizzonte, e così ho preso la bici e ho fatto una "volata" per tentare di catturare quelle che credevo "nuove emozioni".
Ci sono riuscito? Chi lo sa. Io spero di sì.
Mentre così si presenta la Città, di mattina, vista dal Viale Colombo a Quartu S. Elena.
Forse è un'immagine che ho già inserito, ma non credo per questo che sia meno bella.
Ciao Cagliari, a prestissimo!
Con affetto, Francesco
mercoledì 14 settembre 2011
Tasse e fisco
Sarà il giornale di ieri?... O quello di ieri l'altro?...
Macché! È del 2 gennaio 1956: 55 anni fa!
Nel frattempo, i suonatori sono cambiati ma la musica è rimasta la stessa.
"Suonatori" anno 1955-57:
Presidente della Repubblica = Giovanni Gronchi
Presidente del Consiglio = Antonio Segni
Ministro degli Interni = Fernando Tambroni
Ministro degli Esteri = Gaetano Martino
Ministro della Difesa = Paolo Emilio Taviani
Ministro delle Finanze = Giulio Andreotti
Ministro del Tesoro = Silvio Gava (dimessosi dall'incarico il 31/01/56/), poi Ezio Vanoni (deceduto il 16/02/56), e Giuseppe Medici
Ministro del Bilancio = Ezio Vanoni (dal 06/07/55 al 16/02/56 Adone Zoli(dal 19/0"/56 al 01/07/58)
Ministro di Grazia e Giustizia = Aldo Moro
Ministro Pubblica Istruzione = Paolo Rossi
Ministro dell'Industria = Guido Cortese
Ministro del Lavoro e Previdenza Sociale = Ezio Vigorelli
Ministro dei Lavori Pubblici = Giuseppe Romita
Ministro dell'Agricoltura e Foreste = Emilio Colombo
Presidente del Consiglio = Antonio Segni
Ministro degli Interni = Fernando Tambroni
Ministro degli Esteri = Gaetano Martino
Ministro della Difesa = Paolo Emilio Taviani
Ministro delle Finanze = Giulio Andreotti
Ministro del Tesoro = Silvio Gava (dimessosi dall'incarico il 31/01/56/), poi Ezio Vanoni (deceduto il 16/02/56), e Giuseppe Medici
Ministro del Bilancio = Ezio Vanoni (dal 06/07/55 al 16/02/56 Adone Zoli(dal 19/0"/56 al 01/07/58)
Ministro di Grazia e Giustizia = Aldo Moro
Ministro Pubblica Istruzione = Paolo Rossi
Ministro dell'Industria = Guido Cortese
Ministro del Lavoro e Previdenza Sociale = Ezio Vigorelli
Ministro dei Lavori Pubblici = Giuseppe Romita
Ministro dell'Agricoltura e Foreste = Emilio Colombo
Ministro delle Poste e Telecomunicazioni = Giovanni Braschi
P.S.
Ho volontariamente omesso, per motivi di... spazio, tutta la pletora di Segretari e Sottosegretari di ciascun ministero
P.S.
Ho volontariamente omesso, per motivi di... spazio, tutta la pletora di Segretari e Sottosegretari di ciascun ministero
Berlusconi deporrà
Lo ha promesso, Silvio, e manterrà la parola data. Salvo cambiamenti all'ultimo minuto, nell'eventualità di essere stato frainteso...
sabato 10 settembre 2011
11 settembre
I servizi segreti americani pare che siano già sulle tracce di alcuni terroristi di Al Qaeda che stavano progettando nuovi attentati per l'anniversario dell'11 settembre.
Secondo alcune indiscrezioni trapelate e giunte alla nostra redazione, uno di loro dovrebbe essere già stato individuato in una nota località marina nei pressi di Malibù, dove stava effettuando alcuni test.American intelligence services seem to be already on the trail of some Al Qaeda terrorists who were planning new attacks on the anniversary of September 11.
According to some leaked indescretions that come to our staff, one of them should already have been detected in a well-known seaside resort near Malibu, where he was performing some tests.
Touring Club Italiano
Frugando tra i vecchi ricordi di famiglia, ho trovato questa copertina della rivista "Touring" - del Touring Club Italiano -, datata 1° gennaio 1911.
Nelle pagine interne, poi, ho trovato anche le immagini di due modelli di motocicletta N.S.U. sempre del 1911. Ve li mostro, con orgoglio, certo di fare cosa gradita soprattutto ai collezionisti.
Naturalmente, se avessi contravvenuto alle regole del copyright e l'Editore non gradisse questa mia pubblicazione, basterà che me lo faccia sapere e le rimuoverò immantinente.
Devo però aggiungere che, dato che possiedo numerose riviste del Touring sempre di quegli anni, tale rimozione sarebbe per me dolorosa perché mi piacerebbe pubblicare altre immagini simili.
Grazie
mercoledì 7 settembre 2011
Un Paese normale...
Ti svegli la mattina pensando che magari mentre dormivi qualcosa è cambiato, e non vedi l’ora d’uscire per constatarlo di persona, ma poi trovi tutto come quando l’avevi lasciato il giorno prima. E così ti ripiglia lo “sfavìo”. Che dalle mie parti è una sorta di disagio esistenziale che ti attanaglia lo stomaco e poi ti scende, giù, fino nelle mutande, trasformandosi in un immenso giramento di palle. Per tutto e per tutti. Perché t’accorgi che ogni giorno è uguale all’altro, percorso dalla forza dell’abitudine, e tu, che alla fine ne sei diventato inconsciamente schiavo, sai che stai morendo d’una morte lenta e che non sei capace di far nulla per evitarla. Pensieri che ti ribollono nel cervello quasi ogni giorno, perché, in questo stranissimo e pur bellissimo Paese, alla fine, non ti senti né carne né pesce ma... pollo.
Sì, proprio un pollo, ti senti, quando vedi che le cose funzionano male, quando ti accorgi che è inutile fare programmi, progettare il futuro, tuo e dei tuoi figli, perché tanto non hai più certezze. E allora che li fai a fare, i tuoi progetti? Perché da un giorno all’altro possono toglierti tutto quello che hai messo da parte con anni di sacrifici e privazioni come se non fosse mai stato tuo. Anzi, se ce l’hai peggio per te. Devi pure dimostrare come l'hai ottenuto: "Come? non hai mai avuto un cazzo e hai anche soldi da parte? di certo l'hai rubati, hai eluso, sei un elusore e ora ti sistemo per le feste. Anche per quelle accorpate!" Funziona così: perché è "normale" che da un momento all'altro ti possano recapitare un "cartella pazza" (ma come fa una cartella a essere pazza? Caso mai sarà pazzo chi l'ha elaborata. O no?), ti possano richiedere la copia di un versamento fatto chissà quanto tempo fa, un bollo della macchina, una bolletta dell'acqua... tutte cose che sai di aver pagato, perché lo sai che le hai pagate, cazzo se lo sai, ma in questo Paese "normale" ti tocca “l'onere della prova”. Devi dimostrarlo, in questo Paese "normale", che l'hai pagata quella fottutissima bolletta, e devi conservarne la ricevuta sennò non ti crede nessuno. E così ti affanni, dopo ciascun pagamento, a fotocopiare tutti i documenti che hai, non si sa mai che te li chiedano, e a conservarli, magari masterizzandoli anche sui ciddì, aiutandoti col computer. Che devi saper usare, anche a settant’anni, altrimenti sei fuori dal giro e in questo Paese "normale" non ti caga nessuno. E dopo un po' ti ritrovi la casa come l'Archivio di Stato: cartelle e dischetti con la scritta “Documenti”, "Condominio", "Enel", "Telefono", "Bolli auto", "Ici" (tanto, prima o poi la rimettono...), "Acqua", "Letture acqua" (già, ti devi fare da solo pure le letture del contatore dell'acqua, perché dopo quasi due anni di residenza nessuno ti ha mai letto il contatore e ancora non ti è arrivato nulla da pagare!), "Canone Tv", "Tarsu”, "Dichiarazioni dei redditi" (ho ancora conservati quelli di vent'anni fa, perché... non si sa mai che un giorno o l'altro me li possano richiedere). Paghi le tasse come se abitassi in Svezia, per avere indietro servizi che neppure nel Burundi… (chiedo scusa ai Burundiani per l'infelice paragone). E nessuno è responsabile, di queste pubbliche inefficienze. Hai voglia di richiamarti, e richiamare, alle regole che andrebbero ripristinate! È un Paese "normale", questo? O sono io che sto diventando paranoico? E allora: una risata mi seppellirà?… Normale.
Francesco Dotti
martedì 6 settembre 2011
Vaticano e finanziaria
Perché mai, mi chiedo, anche il Vaticano non dovrebbe rinunciare ad alcuni privilegi di natura fiscale in un momento difficile come questo? E, a parte i privilegi fiscali, mi pare che anche il lusso e la sua ostentazione siano di casa nella Santissima Sede.
Mi è bastato vedere il cardinale Bagnasco, qualche sera fa, mentre arringava ai televedenti in uno sfavillìo di pietre preziose che adornavano il Suo simpatico "cappellino". Davvero di cattivo gusto.
Eminenza Reverendissima, se quella da Lei indossata non fosse stata volgare bijouterie ma prezioso pietrame, lo sa quante bocche sfamerebbe la vendita di qualcuna di quelle pietruzze?
Grazie per l'attenzione e un ferventissimo saluto,
Francesco Dotti
P.S.
Eventualmente, qui sotto trovate un video di TF1 (il primo canale televisivo francese), che parla dei privilegi fiscali di cui gode il Vaticano:
http://www.youtube.com/watch?v=_4HD958xbJw&feature=youtu.be
P.S. bis (che non c'entra nulla col Vaticano, ma con la "finanziaria" sì)
Siccome nei giorni scorsi avevo un po' di tempo da perdere, perché sono pensionato e per di più devo mantenere attivo il cervello perché sono "anziano", mi è venuto in mente di fare due conti ed elencare le fasce di reddito e le relative aliquote Irpef che paghiamo per ciascuna fascia. Infine, non lasciatevi spaventare dalle cifre e da tutti i ragionamenti che ho fatto.
Il meccanismo, anche se apparentemente complicato, è in realtà piuttosto semplice:
Fasce di reddito annuo e relative aliquote Irpef:
- fino a € 15.000 = 23%, pari a 13 mensilità di € 888,46 ciascuna!! Non saranno troppi soldi?
- da € 15.001 a € 28.000 = 27%, pari a 13 mensilità di € 1.618,46 (di cui € 6.960 di Irpef, per € 28.000, con un'aliquota media del 24,86%);
- da € 28.001 a € 55.000 = 38%, pari a 13 mensilità di € 2.906,15 (di cui € 17.220 di Irpef, per € 55.000, con un'aliquota media del 31,31%);
- da € 55.001 a € 75.000 = 41%, pari a 13 mensilità di € 3.813,84 (di cui € 25.420,00 di Irpef per € 75.000, con un'aliquota media del 33,89%);
- da € 75.001 a... € oltre = 43%, pari a 13 mensilità di € 5.786,92 (di cui € 44.770,00 di Irpef, con un'aliquota media del 37,31%, per un ipotetico stipendio di € 120.000,00).
N.B.
Per il conteggio finale, le somme eccedenti ciascuna fascia saranno calcolate con l'aliquota successiva.
Per esempio: se io guadagno € 30.000, fino a € 15.000 si calcolano al 23%, la differenza tra 15 mila e 28 mila (cioè 13 mila) si calcola al 27%, e l'altra da 28 mila a 30 mila (cioè 2 mila) si calcola al 38%.
Scomponendo le somme, avrò che: per i primi 15 mila euro al 23% pago € 3.450,00 di Irpef; da 15 mila a 28 mila ne pago € 3.510,00 che è il 27% sulla differenza di13 mila; per i 2.000 euro eccedenti pagherò il 38%, e cioè € 760,00.
In totale, avrò pagato € 7.720,00 di Irpef, con un'aliquota media del 25,73%.
Anche se in base alle aliquote applicate appare che chi guadagna di più in proporzione viene tassato di più, un conto però è campare con 1600 euro al mese, e un altro è farlo con 6-8 mila... Fermo restando che dare il 43% per cento del proprio lavoro allo Stato, se non è un furto poco ci manca. E forse è proprio per questo che c'è chi tenta di evadere le tasse...
Per curiosità, mia e vostra, spero, ho ipotizzato uno stipendio lordo annuo di € 1.500.000,00. Una bella sommetta, che per quanto riguarda l'Irpef viene così scomposta:
€ 3.450,00 (23 % fino a € 15.000); € 3.510,00 (27% fino a € 28.000); € 10.260,00 (38% fino a € 55.000); € 8.200,00 (fino a € 75.000); € 612.750,00 (fino a € 1.000.000).
Per un totale di € 638.170,00 di Irpef, con un'aliquota media del 42,54%!
Che, vi confesso, sarei felicissimo di pagare. Se fossi un pensionato da un milione e mezzo di euri all'anno!
Tornando con i piedi per terra, chi piglia più di 90 mila euro (più di 4.400 euro netti al mese per 13 mensilità) e 150 mila euro all'anno (più di 7 mila euro netti al mese per 13 mensilità), anche se lordi, non mi sembra certamente un poveraccio!
Esaminiamo ora la fascia di reddito che parte da € 28.001,00 lordi all'anno (pari a circa 1600 euro netti al mese per 13 mensilità) e arriva a € 55.000,00 lordi all'anno (pari a circa 2900 euro netti al mese per 13 mensilità) con l'aliquota del 38%, e la confrontiamo con quella che parte da € 75.001,00 (circa € 3800 al mese per 13 mensilità) e arriva... chissà dove, se consideriamo uno stipendio di € 250.000, che sarà pari a circa € 11.500 per 13 mensilità, vediamo che esiste una sperequazione di aliquote tra gli scaglioni da 28 mila euro fino a 55 mila, che pagano il 38%, e quelli che da 75 mila arrivano a... boh!?, che pagano il 43%. Solo cinque miseri punticini in più di differenza, per altrettanto evidenti differenze di stipendio.
Perché allora non abbassare di qualche punto l'aliquota del 38%, in modo che la differenza tra le due fasce sia più marcata e vada a favore di chi percepisce di meno?
Il perché io lo so: perché questa fascia di reddito è quella più popolare, alla quale appartiene il maggior numero di contribuenti. Ergo... non lo indovinate?
Tanto per gradire, ho fatto un paio di tabelle (anzi, a essere sinceri sono opera del mio enciclopedico cognato Gianni, che gentilmente me ne ha fatto dono) che spero riassumano quello che vi ho scritto.
Basta leggere...
Vi sono piaciute? A me sì.
Mi è bastato vedere il cardinale Bagnasco, qualche sera fa, mentre arringava ai televedenti in uno sfavillìo di pietre preziose che adornavano il Suo simpatico "cappellino". Davvero di cattivo gusto.
Eminenza Reverendissima, se quella da Lei indossata non fosse stata volgare bijouterie ma prezioso pietrame, lo sa quante bocche sfamerebbe la vendita di qualcuna di quelle pietruzze?
Grazie per l'attenzione e un ferventissimo saluto,
Francesco Dotti
P.S.
Eventualmente, qui sotto trovate un video di TF1 (il primo canale televisivo francese), che parla dei privilegi fiscali di cui gode il Vaticano:
http://www.youtube.com/watch?v=_4HD958xbJw&feature=youtu.be
P.S. bis (che non c'entra nulla col Vaticano, ma con la "finanziaria" sì)
Siccome nei giorni scorsi avevo un po' di tempo da perdere, perché sono pensionato e per di più devo mantenere attivo il cervello perché sono "anziano", mi è venuto in mente di fare due conti ed elencare le fasce di reddito e le relative aliquote Irpef che paghiamo per ciascuna fascia. Infine, non lasciatevi spaventare dalle cifre e da tutti i ragionamenti che ho fatto.
Il meccanismo, anche se apparentemente complicato, è in realtà piuttosto semplice:
Fasce di reddito annuo e relative aliquote Irpef:
- fino a € 15.000 = 23%, pari a 13 mensilità di € 888,46 ciascuna!! Non saranno troppi soldi?
- da € 15.001 a € 28.000 = 27%, pari a 13 mensilità di € 1.618,46 (di cui € 6.960 di Irpef, per € 28.000, con un'aliquota media del 24,86%);
- da € 28.001 a € 55.000 = 38%, pari a 13 mensilità di € 2.906,15 (di cui € 17.220 di Irpef, per € 55.000, con un'aliquota media del 31,31%);
- da € 55.001 a € 75.000 = 41%, pari a 13 mensilità di € 3.813,84 (di cui € 25.420,00 di Irpef per € 75.000, con un'aliquota media del 33,89%);
- da € 75.001 a... € oltre = 43%, pari a 13 mensilità di € 5.786,92 (di cui € 44.770,00 di Irpef, con un'aliquota media del 37,31%, per un ipotetico stipendio di € 120.000,00).
N.B.
Per il conteggio finale, le somme eccedenti ciascuna fascia saranno calcolate con l'aliquota successiva.
Per esempio: se io guadagno € 30.000, fino a € 15.000 si calcolano al 23%, la differenza tra 15 mila e 28 mila (cioè 13 mila) si calcola al 27%, e l'altra da 28 mila a 30 mila (cioè 2 mila) si calcola al 38%.
Scomponendo le somme, avrò che: per i primi 15 mila euro al 23% pago € 3.450,00 di Irpef; da 15 mila a 28 mila ne pago € 3.510,00 che è il 27% sulla differenza di13 mila; per i 2.000 euro eccedenti pagherò il 38%, e cioè € 760,00.
In totale, avrò pagato € 7.720,00 di Irpef, con un'aliquota media del 25,73%.
Anche se in base alle aliquote applicate appare che chi guadagna di più in proporzione viene tassato di più, un conto però è campare con 1600 euro al mese, e un altro è farlo con 6-8 mila... Fermo restando che dare il 43% per cento del proprio lavoro allo Stato, se non è un furto poco ci manca. E forse è proprio per questo che c'è chi tenta di evadere le tasse...
Per curiosità, mia e vostra, spero, ho ipotizzato uno stipendio lordo annuo di € 1.500.000,00. Una bella sommetta, che per quanto riguarda l'Irpef viene così scomposta:
€ 3.450,00 (23 % fino a € 15.000); € 3.510,00 (27% fino a € 28.000); € 10.260,00 (38% fino a € 55.000); € 8.200,00 (fino a € 75.000); € 612.750,00 (fino a € 1.000.000).
Per un totale di € 638.170,00 di Irpef, con un'aliquota media del 42,54%!
Che, vi confesso, sarei felicissimo di pagare. Se fossi un pensionato da un milione e mezzo di euri all'anno!
Tornando con i piedi per terra, chi piglia più di 90 mila euro (più di 4.400 euro netti al mese per 13 mensilità) e 150 mila euro all'anno (più di 7 mila euro netti al mese per 13 mensilità), anche se lordi, non mi sembra certamente un poveraccio!
Esaminiamo ora la fascia di reddito che parte da € 28.001,00 lordi all'anno (pari a circa 1600 euro netti al mese per 13 mensilità) e arriva a € 55.000,00 lordi all'anno (pari a circa 2900 euro netti al mese per 13 mensilità) con l'aliquota del 38%, e la confrontiamo con quella che parte da € 75.001,00 (circa € 3800 al mese per 13 mensilità) e arriva... chissà dove, se consideriamo uno stipendio di € 250.000, che sarà pari a circa € 11.500 per 13 mensilità, vediamo che esiste una sperequazione di aliquote tra gli scaglioni da 28 mila euro fino a 55 mila, che pagano il 38%, e quelli che da 75 mila arrivano a... boh!?, che pagano il 43%. Solo cinque miseri punticini in più di differenza, per altrettanto evidenti differenze di stipendio.
Perché allora non abbassare di qualche punto l'aliquota del 38%, in modo che la differenza tra le due fasce sia più marcata e vada a favore di chi percepisce di meno?
Il perché io lo so: perché questa fascia di reddito è quella più popolare, alla quale appartiene il maggior numero di contribuenti. Ergo... non lo indovinate?
Tanto per gradire, ho fatto un paio di tabelle (anzi, a essere sinceri sono opera del mio enciclopedico cognato Gianni, che gentilmente me ne ha fatto dono) che spero riassumano quello che vi ho scritto.
Basta leggere...
Vi sono piaciute? A me sì.
Sciopero Cgil
Dice Bersani - che ha sempre un sacco di idee - che la manovra così non va. Che va rafforzata, resa più equa, e perciò chiede un "governo di transizione". E allora, visto che ha un sacco di idee, perché non inizia subito lui a fare una "transizione" e passa dall'altra parte delle barricate?
Dalla parte dei lavoratori, intendo, magari impegnandosi a vivere per cinque anni con 1.500 euri al mese. Questa sì che sarebbe davvero un'ottima idea e, chissà, potrebbe riuscire a contagiare altri a seguire il suo esempio...
lunedì 5 settembre 2011
Borse in calo
Le Borse calano, e sanzioni per chi sfora.
E allora, per noi, che siamo... da molti anni forati, che avranno previsto?
E allora, per noi, che siamo... da molti anni forati, che avranno previsto?
Mutatis mutandis
Le banche... tónfano verso il basso... la Borsa (compresa la nostra, da molto più tempo però) è presa di mira... scioperi in agguato... governo che si gingilla e ogni due ore cambia programma...
Insomma, di nuovo c'è solo la Brambilla che ha perso il cane, ma per il resto tutto tace e la sostanza resta sempre la stessa.
Alvito
Questo è un pezzetto di Alvito, un paesino di circa tremila abitanti in provincia di Frosinone.
Per chi non lo sapesse, Alvito ha dato i natali, oltre che a umanisti, teologi, e filologi, anche ad Antonio Fazio, ex governatore della Banca d'Italia.
Il disegno, che raffigura una delle tante caratteristiche stradine del centro storico, è una "tecnica mista", realizzata usando carboncino, matite acquerellabili e tempere, e lo avevo dipinto dal vero nel 1993. Quando "ero bravino".
domenica 4 settembre 2011
sabato 3 settembre 2011
Apertura della caccia
Caccia, che passione! Soprattutto per chi è cacciato...
Io sono toscano, quindi appartengo a una regione nella quale la caccia c'è sempre stata, e a parte il mi' babbo e la mi' mamma a casa mia eran tutti cacciatori da intere generazioni.
Erano i tempi in cui le cartucce ce le facevamo da soli: col bilancino di precisione, i misurini per la polvere e i pallini, le borre, il calibro per i fondelli, le capsule e l'orlatore, e la sera prima della battuta anch'io davo una mano. Perché, anche se non ho mai avuto il porto d'armi, quando ero ragazzo qualche fucilata di straforo l'ho tirata anch'io.
Ma non l'ho più fatto. E non lo rifarei mai più. Mi sono rimasti troppo impressi due occhietti lucidi e lacrimosi di un uccellino - forse un'allodola - quando da sotto un albero dove eravamo appostati le tirai una fucilata. La vidi venir giù, avvitandosi su se stessa con le ali spalancate, e mi cadde quasi davanti rimbalzando leggermente sulle stoppie del campo. Quando la raccolsi era ancora viva e tremava.
"Per non farli soffrire - mi avevano spiegato -, se sono ancora vivi, o gli sbatti il capo sul calcio del fucile, oppure col pollice e l'indice gli strizzi il collo".
Io non feci né l'una né l'altra cosa. Stetti immobile a guardare quel corpicino morente, mentre una piccola macchia di sangue tra le piume spettinate mi sporcava la mano.
Ma quegli occhietti, lucidi e lacrimosi, non li dimenticherò mai più. Sembrava che mi dicessero: "Perché mi hai sparato? Che t'avevo fatto? Me ne stavo andando per i fatti mei, e tu..."
Restituii il fucile a chi me l'aveva dato, insieme all'uccellino, e mi allontanai di corsa con le lacrime agli occhi per non farmi vedere.
Questa è la mia storiella, senz'altro inutile perché non smuoverà alcuna coscienza, ma ve l'ho voluta raccontare lo stesso.
Apertura della caccia
Caccia, che passione! Soprattutto per chi è cacciato...
Ogni anno la solita solfa: caccia sì, caccia no; la caccia c'è sempre stata - d'accordo, ma prima si faceva con la fionda o con l'arco e le frecce, non con gli "automatici" a 8 colpi(?) -; i cacciatori sono i primi a rispettare le regole... e via discorrendo. Io sono toscano, quindi appartengo a una regione nella quale la caccia c'è sempre stata, e a parte il mi' babbo e la mi' mamma a casa mia eran tutti cacciatori da intere generazioni.
Erano i tempi in cui le cartucce ce le facevamo da soli: col bilancino di precisione, i misurini per la polvere e i pallini, le borre, il calibro per i fondelli, le capsule e l'orlatore, e la sera prima della battuta anch'io davo una mano. Perché, anche se non ho mai avuto il porto d'armi, quando ero ragazzo qualche fucilata di straforo l'ho tirata anch'io.
Ma non l'ho più fatto. E non lo rifarei mai più. Mi sono rimasti troppo impressi due occhietti lucidi e lacrimosi di un uccellino - forse un'allodola - quando da sotto un albero dove eravamo appostati le tirai una fucilata. La vidi venir giù, avvitandosi su se stessa con le ali spalancate, e mi cadde quasi davanti rimbalzando leggermente sulle stoppie del campo. Quando la raccolsi era ancora viva e tremava.
"Per non farli soffrire - mi avevano spiegato -, se sono ancora vivi, o gli sbatti il capo sul calcio del fucile, oppure col pollice e l'indice gli strizzi il collo".
Io non feci né l'una né l'altra cosa. Stetti immobile a guardare quel corpicino morente, mentre una piccola macchia di sangue tra le piume spettinate mi sporcava la mano.
Ma quegli occhietti, lucidi e lacrimosi, non li dimenticherò mai. Sembrava che mi dicessero: "Perché mi hai sparato? Che t'avevo fatto? Me ne stavo andando per i fatti mei, e tu..."
Restituii il fucile a chi me l'aveva dato, insieme all'uccellino, e mi allontanai di corsa con le lacrime agli occhi per non farmi vedere.
Questa è la mia storiella, senz'altro inutile perché non smuoverà alcuna coscienza, ma ve l'ho voluta raccontare lo stesso.
Iscriviti a:
Post (Atom)