martedì 6 settembre 2011

Vaticano e finanziaria

Perché mai, mi chiedo, anche il Vaticano non dovrebbe rinunciare ad alcuni privilegi di natura fiscale in un momento difficile come questo? E, a parte i privilegi fiscali, mi pare che anche il lusso e la sua ostentazione siano di casa nella Santissima Sede.  
Mi è bastato vedere il cardinale Bagnasco, qualche sera fa, mentre arringava ai televedenti in uno sfavillìo di pietre preziose che adornavano il Suo simpatico "cappellino". Davvero di cattivo gusto.
Eminenza Reverendissima, se quella da Lei indossata non fosse stata volgare bijouterie ma prezioso pietrame, lo sa quante bocche sfamerebbe la vendita di qualcuna di quelle pietruzze?
Grazie per l'attenzione e un ferventissimo saluto,
Francesco Dotti

P.S.
 Eventualmente, qui sotto trovate un video di TF1 (il primo canale televisivo francese), che parla dei privilegi fiscali di cui gode il Vaticano:

http://www.youtube.com/watch?v=_4HD958xbJw&feature=youtu.be


P.S. bis (che non c'entra nulla col Vaticano, ma con la "finanziaria" sì)


Siccome nei giorni scorsi avevo un po' di tempo da perdere, perché sono pensionato e per di più devo mantenere attivo il cervello perché sono "anziano", mi è venuto in mente di fare due conti ed elencare le fasce di reddito e le relative aliquote Irpef che paghiamo per ciascuna fascia. Infine, non lasciatevi spaventare dalle cifre e da tutti i ragionamenti che ho fatto. 
Il meccanismo, anche se apparentemente complicato, è in realtà piuttosto semplice:



Fasce di reddito annuo e relative aliquote Irpef:

- fino a € 15.000 = 23%, pari a 13 mensilità di € 888,46 ciascuna!! Non saranno troppi soldi?
- da € 15.001 a € 28.000 = 27%, pari a 13 mensilità di € 1.618,46 (di cui € 6.960 di Irpef, per € 28.000, con un'aliquota media del 24,86%);
- da € 28.001 a € 55.000 = 38%, pari a 13 mensilità di € 2.906,15 (di cui € 17.220 di Irpef, per € 55.000, con un'aliquota media del 31,31%);
- da € 55.001 a € 75.000 = 41%, pari a 13 mensilità di € 3.813,84 (di cui € 25.420,00 di Irpef per € 75.000, con un'aliquota media del 33,89%);
- da € 75.001 a... € oltre  = 43%, pari a 13 mensilità di € 5.786,92 (di cui € 44.770,00 di Irpef, con un'aliquota media del 37,31%, per un ipotetico stipendio di € 120.000,00).

N.B.
Per il conteggio finale, le somme eccedenti ciascuna fascia saranno calcolate con l'aliquota successiva.
Per esempio: se io guadagno € 30.000, fino a € 15.000 si calcolano al 23%, la differenza tra 15 mila e 28 mila (cioè 13 mila) si calcola al 27%, e l'altra da 28 mila a 30 mila (cioè 2 mila) si calcola al 38%.
Scomponendo le somme, avrò che: per i primi 15 mila euro al 23% pago € 3.450,00 di Irpef; da 15 mila a 28 mila ne pago € 3.510,00 che è il 27% sulla differenza di13 mila; per i 2.000 euro eccedenti pagherò il 38%, e cioè € 760,00. 
In totale, avrò pagato € 7.720,00 di Irpef, con un'aliquota media del 25,73%.
Anche se in base alle aliquote applicate appare che chi guadagna di più in proporzione viene tassato di più, un conto però è campare con 1600 euro al mese, e un altro è farlo con 6-8 mila... Fermo restando che dare il 43% per cento del proprio lavoro allo Stato, se non è un furto poco ci manca. E forse è proprio per questo che c'è chi tenta di evadere le tasse...
Per curiosità, mia e vostra, spero, ho ipotizzato uno stipendio lordo annuo di € 1.500.000,00. Una bella sommetta, che per quanto riguarda l'Irpef viene così scomposta:
€ 3.450,00 (23 % fino a € 15.000); € 3.510,00 (27% fino a € 28.000); € 10.260,00 (38% fino a € 55.000); € 8.200,00 (fino a € 75.000); € 612.750,00 (fino a € 1.000.000).
Per un totale di € 638.170,00 di Irpef, con un'aliquota media del 42,54%!
Che, vi confesso, sarei felicissimo di pagare. Se fossi un pensionato da un milione e mezzo di euri all'anno!  
Tornando con i piedi per terra, chi piglia più di 90 mila euro (più di 4.400 euro netti al mese per 13 mensilità) e 150 mila euro all'anno (più di 7 mila euro netti al mese per 13 mensilità), anche se lordi, non mi sembra certamente un poveraccio!
Esaminiamo ora la fascia di reddito che parte da € 28.001,00 lordi all'anno (pari a circa 1600 euro netti al mese per 13 mensilità) e arriva a € 55.000,00 lordi all'anno (pari a circa 2900 euro netti al mese per 13 mensilità) con l'aliquota del 38%, e la confrontiamo con quella che parte da € 75.001,00 (circa € 3800 al mese per 13 mensilità) e arriva... chissà dove, se consideriamo uno stipendio di € 250.000, che sarà pari a circa € 11.500 per 13 mensilità, vediamo che esiste una sperequazione di aliquote tra gli scaglioni da 28 mila euro fino a 55 mila, che pagano il 38%, e quelli che da 75 mila arrivano a... boh!?, che pagano il 43%. Solo cinque miseri punticini in più di differenza, per altrettanto evidenti differenze di stipendio. 
Perché allora non abbassare di qualche punto l'aliquota del 38%, in modo che la differenza tra le due fasce sia più marcata e vada a favore di chi percepisce di meno?
Il perché io lo so: perché questa fascia di reddito è quella più popolare, alla quale appartiene il maggior numero di contribuenti. Ergo... non lo indovinate?

Tanto per gradire, ho fatto un paio di tabelle (anzi, a essere sinceri sono opera del mio enciclopedico cognato Gianni, che gentilmente me ne ha fatto dono) che spero riassumano quello che vi ho scritto.
Basta leggere...

    

Vi sono piaciute? A me sì.

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