martedì 28 aprile 2015

Italicum e fiducia



C'era da immaginarselo: a colpi di fiducia il Governo va avanti sull'Italicum, mentre la tensione in Parlamento sale alle stelle - anche molte di più di cinque. Ma tutti, più o meno incazzatucci e nervosetti, vedrete che alla fine approveranno la nuova legge elettorale. D'altra parte, se non si ha la... fiducia nella democrazia in cosa dovremmo averla?

4 commenti:

  1. Caro Francesco, stiamo scherzando ma ahimè temo che domani succeda.
    Speriamo bene, vorrei dire, viva l'Italia:(
    Ciao e buona serata caro amico.
    Tomaso

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  2. Quanto sarà mai democratico Renzi?

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  3. Caro Tomaso, mi era sfuggito il tuo commento e solo ora ti rispondo.
    Anche a me non resta altro da dire se non sperare che tutto finisca bene. Ma c'è un detto, anzi due, che esprimono benissimo il concetto. Il primo è: "Chi vive sperando muore disperato"; il secondo: "Chi vive sperando muore cagando". Quale dei due sarà quello giusto? Bisognerebbe chiedere a Renzi cosa vede nel nostro futuro...
    Buon fine settimana e un abbraccio,
    Francesco

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  4. Cara Flo, anche nel tuo caso mi era... svampato il commento tra le pieghe della corrispondenza. Perdonami. Cercherò di non farlo più.
    Che domande mi fai? Ecche nesò io, di quanto è democratico Renzi. Posso però dirti che da tempo, più o meno tutti, aspettavamo l'arrivo di una persona "forte", uno che fosse in grado di decidere e fare scelte anche impopolari. Ora che "finalmente" ce l'abbiamo, c'è chi lo contesta. Ricordo che lo stesso Berlusconi spesso ripeteva che per fare le riforme era necessario un governo che durasse e che fosse affiancato da tutti, naturalmente da quelli che erano d'accordo, nelle scelte che venivano decise. Scelte che, una volta fatte, sarebbero andate al voto e in seguito approvate dalla maggioranza. Questo, credo, avviene in democrazia. Invece Berlusconi, con la scusa del Paese in rovina e dei processi a suo carico (molti dei quali secondo me "politici", più altri che in qualche modo si è cercato da solo), è stato detronizzato e ha fatto la fine che tutti conosciamo.
    A questo punto, secondo me, invece di ridurre tutto a "buoni" e "cattivi" bisognerebbe approfondire la nostra analisi partendo da chi ha messo a governare Renzi. Lo abbiamo votato? No. E allora non doveva essere lì. Ma nemmeno ci dovevano stare Letta e, prima di lui, Monti (il "salvatore" della Patria!). E anche Napolitano, finito il suo settennale contratto, avrebbe dovuto fare i bagagli e tornarsene a fare il nonno a casa sua. Come vedi, ci sono un sacco di "anomalie" costituzionali, incomprensibili per un Paese normale ma non per il nostro che ormai si sta abituando a tutto. Basta guardare ciò che è accaduto per la "legge Fornero" (governo Monti) che aveva bloccato l'indicizzazione delle pensioni superiori e tre volte il minimo, e che oggi la Corte Costituzionale ha sentenziato essere anticostituzionale. Risultato: lo Stato diventa debitore di oltre 5 miliardi di euro nei confronti di quei pensionati che negli anni ci hanno rimesso un sacco di soldi. Che ora dovranno riavere dall'Inps, probabilmente con gli interessi maturati, ma che non sappiamo ancora da dove saranno presi.
    Che poi Renzi, supportato da una "maggioranza bulgara" di origine "europea", voglia sfrondare qua e là secondo ciò che ritiene più opportuno realizzando il suo programma, se glielo consentono è giusto che lo faccia. Resta però il fatto che nessuno di noi lo ha votato.
    Sembra quasi che ci stiamo chiedendo se è nato prima l'uovo o la gallina...
    Tagliando corto, ritengo che siamo un popolo che non si merita la democrazia (che, secondo molti pensatori, è e resta un'utopia) e che forse qualche anno di "sana" dittatura ci avrebbe fatto bene. Invece si contesta su tutto e, invece di ascoltare le varie campane e poi consentire che suonino i giusti, accordati rintocchi, pretendiamo che il nostro pensiero, anche se stonato, prevalga su quello degli altri a prescindere.
    Gli esempi non mancano, basta leggere i commenti sui vari social, dove, invece di un sano e costruttivo dialogo, non si lesinano violenze verbali, spesso indicibili, e altre "amenità" a chi si azzarda a pensarla diversamente da noi. Chiunque esso sia: politico o comune cittadino. Invece il dialogo, come i nostri, per esempio, serve. Innanzi tutto per arricchire il nostro vocabolario, che in molti casi non va oltre qualche grugnito o i 130 caratteri consentiti, ma soprattutto per aprirci la mente nei confronti di altri pensieri che, anche se diversi dai nostri, ci possano far dire "Perbacco, lo sai che hai hai ragione? A questo non ci avevo pensato!"
    Però tu sei furba: lanci il sasso (con un paio di parolette a effetto) e poi lasci a me il gravoso compito di risponderti, sapendo che mi piace scrivere... :)
    Anche se probabilmente avrò scritto un cumulo di fesserie.
    Un abbraccio, buon primo maggio e a presto,
    Fransuà

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