mercoledì 29 aprile 2015

Toscana



Stamattina m'è tornata alla mente la pittura del Rosai. Parlo di quell'Ottone Rosai, pittore fiorentino e, ci tengo a dirlo, amico di un vecchio cugino di mia madre, anch'egli pittore, che ho conosciuto all'opera durante le gite che facevamo con tutta la famiglia sulle colline intorno a Firenze. Bei tempi! 
Allora non dipingevo ancora perché ero un bambinetto d'una decina d'anni, ma ricordo con nostalgia che restavo incantato per ore a guardare lo zio Goliardo (così si chiamava) mentre, davanti al suo cavalletto "da campagna", miscelava i colori e sapientemente li disponeva sulla tela dove prendevano corpo e dopo un po' si trasformavano nelle straducce di Fiesole o di Poggio Gherardo, a Settignano. Si firmava "Di Stibbio" (una frazione di San Miniato, in provincia di Pisa) perché era di lì, e forse qualcuno di voi se lo ricorda o magari possiede qualche suo quadro (io ne ho uno dipinto a Quercianella, in provincia di Livorno). 
Così, dicevo, stamani m'è tornato alla mente uno di quegli scorci, che ho intitolato "Toscana a piacere" perché forse esiste solo nei miei ricordi, e così, anche se non vero, ho provato a buttarlo giù di getto sperando che vi piaccia lo stesso.
 

6 commenti:

  1. Caro Francesco, lo ripeto, sei molto bravo!!!
    Tomaso

    RispondiElimina
  2. Ma come fai?!? Io ci provo ma quello che viene fuori è solo spreco di carta e colori :(
    Non è il disegno che mi mette in difficoltà (non mi viene facile ma riesco a butrare giu uno schizzo prospettico non completamente folle) ma con i colori sono un disastro! E pensare cge mi piacerebbe così tanto...
    Questo scorcio è davvero molto bello, mi piace la luce: sembra un'alba fresca e profumata.
    Sei bravo, messer CeccoDotti ;)

    RispondiElimina
  3. Grazie Tomaso, ogni tanto fa bene anche a me sapere che il mio lavoro piace...
    Un caro saluto e buon primo maggio,
    Francesco

    RispondiElimina
  4. Certo che mi piace lo stesso, carissimo, primo perchè ti rifai al grande Rosai, poi perchè la tua terra riesci ad esprimerla, direi, con un amore che si rivela in chiaro nei tuoi colori di... fanciullo. Ciao e buon 1° Maggio. Luigi

    RispondiElimina
  5. Grazie, mia cara Flo, per la favorevole accoglienza riservata ai miei... esperimenti.
    Se lavorare al tratto, per chi ne ha dimestichezza e padronanza, può risultare facile, non è la stessa cosa purtroppo col colore. Specialmente con l'acquerello, che impregnando la carta non ammette correzioni. Anche perché, facendole, perderebbe la trasparenza e la freschezza che lo contraddistingue. Diversa cosa è con la tempera e con l'olio, che meglio sopportano le sovrapposizioni di colore. L'unica cosa che posso consigliarti è di procedere per gradi. Fatti fare da un falegname (o acquistala già pronta) una tavoletta di legno di almeno cm. 30x40, sulla quale fisserai il tuo foglio con della carta gommata (quella che usano i carrozzieri). Servirà anche per farti da "cornice" al foglio, che non andrebbe mai dipinto fino ai bordi estremi che devono essere lasciati bianchi (anche per firmare il lavoro e far sì che la firma, incorniciandolo, non venga coperta). Inizia con una "tavolozza" composta di pochi colori (così non ti confondi) e parti sempre da quelli più chiari. Poi, quando sono asciutti, "vela" i sottostanti. Fai delle prove di colore, prima di stenderlo, su un foglio di carta bianca, e usa sempre molta acqua (su carta buona, ruvida, ma non troppo "martellata": Whatman/Vang/Canson/Fabriano Gentile che sia in grado di sopportarla, cioè di almeno 300 gr/mq); fornisciti di pennelli tondi di martora/scoiattolo, ma anche i sintetici vanno bene, che comprendano un nr.1 (punta fine), un nr. 4/5/6 e almeno un nr. 12 (per le campiture dei cieli, del mare o dell'erba); se vuoi, anche un paio di pennelli piatti nr. 2/6, da usare all'occorrenza anche di taglio. Per la tavolozza iniziale, potresti provare con i seguenti colori: ocra gialla, terra di Siena naturale e bruciata (o terra d'ombra), seppia, bruno Van Dyck, carminio, rosso indiano, garanza rosa, garanza bruna, giallo di spincervino, giallo di cadmio, gomma gutta, verde vescica, verde smeraldo, azzurro cobalto, blu oltremare, indaco, grigio di Payne e nero (che mischiati al verde smeraldo o al verde vescica danno ottime ombre per il fogliame). Per scaldare i verdi del bosco o del fogliame, puoi mischiare alle terre o alla seppia qualche verde. Se non trovi la seppia, anche un calamaro può andar bene, ma escluderei assolutamente i... gamberoni! Non ho saputo resistere! :)
    Naturalmente, e qui torno serio, facendo sempre delle prove di colore sul solito pezzo di carta, prima di stendere il "definitivo".
    Non ti demoralizzare per i primi fallimenti perché anch'io, dopo oltre trent'anni di esperienza, non sono mai soddisfatto del mio lavoro.
    Grazie, madonna Flo, per lo tuo sublime e a me gratissimo assai giudicio. Cum summa devotione,
    Francisco, messere Calaritano

    RispondiElimina
  6. Caro Luigi, ti ringrazio per la tua favorevole critica che, proprio perché arriva da uno che di acquerelli se ne intende - e non so se mi spiego -, nonostante le mie incertezze e perplessità sui risultati, mi conforta assai.
    I miei lavori, che come ormai è noto non mi soddisfano quasi mai, li considero solo degli esperimenti atttraverso i quali imparare mantenendo sempre "accesi i motori" della ricerca. Chissà poi se ne vedrò la fine...
    Grazie dell'augurio, che contraccambio a te e Famiglia, e da me ti giunga il solito, ma non meno affettuoso, abbraccio,
    Francesco

    RispondiElimina

I commenti sono sempre graditi. L'importante, per quanto possibile, è che non siano anonimi. Ma soprattutto che non contengano pubblicità.
Altrimenti non li pubblico e li cestino! 😉
Grazie per la comprensione 😊