mercoledì 30 settembre 2015

Sanità e sprechi



Mi sembra giusto. Perché sapere che duemila anni fa i pompeiani avevano un sorriso smagliante malgrado non ci fossero ancora i dentifrici, mi lascia molto sollevato.
fonte:
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/arte_e_cultura/15_settembre_29/pompei-tac-calchi-vittime-denti-perfetti-mangiavano-sano-77aee448-6696-11e5-8412-cccdc6cec6df.shtml?refresh_ce-cp

Una cosa che invece probabilmente molti ignorano è che l'Assessorato alla Sanità (in questo caso della Regione Sardegna) ha emesso alcune disposizioni in materia di prescrizioni erogabili sul ricettario del Servizio Sanitario Nazionale. In pratica quei "foglietti" rossi sui quali il medico di famiglia ci prescrive esami e medicine.
Le disposizioni (Prot. nr. 15763 del 25 giugno 2015), in breve, prevedono che quando un paziente si reca in visita da specialisti dipendenti e convenzionati col SSN (medici specialisti che svolgono attività ambulatoriale ospedaliera e distrettuale) siano gli stessi specialisti che lo hanno visitato a prescrivere, in esito alle visite effettuate, le terapie farmacologiche e/o le indagini diagnostiche utilizzando il ricettario del SSN. Insomma, se prima quando andavamo in ospedale a farci visitare lo specialista ci prescriveva un antibiotico (di solito su un foglietto bianco intestato) e poi dovevamo andare dal nostro medico che ce lo prescriveva sul suo ricettario rosso, adesso la prescrizione spetta direttamente allo specialista che ci visita per la prima volta. Questo, per evitare perdite di tempo per il paziente e inutili duplicazioni di attività. 
Come già disposto dalla D.G.R del 23/09/2011, allegato 1, n. 39/57, paragrafo 2.1 C. "Lo specialista che ritiene necessario prescrivere delle visite di controllo, utilizzerà il proprio ricettario SSN indicando l'arco temporale entro cui intende rivedere il paziente. Analogamente richiederà gli ulteriori accertamenti, gli esami di laboratorio, strumentali e le consulenze specialistiche (da considerare prime visite, in quanto mirate a chiarire il quesito diagnostico) che ritiene necessari".
Alla luce di quanto premesso, si rappresenta in particolare che:
- tutti i medici prescrittori dipendenti e convenzionati con il SSR (Servizio Sanitario Regionale) devono utilizzare con regolarità per le prescrizioni delle prestazioni con onere a carico del SSR il ricettario del SSN (ricetta rossa), secondo le modalità stabilite dalla normativa vigente, nel rigoroso rispetto delle indicazioni e limitazioni previste dall'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco:  http://www.agenziafarmaco.gov.it/ ) e di quelle contenute nelle schede tecniche e nei provvedimenti nazionali di registrazione dei farmaci (AIC) indicando, per le prescrizioni della specialistica ambulatoriale, il codice della prestazione contenuta nel nomenclatore tariffario regionale. Le prescrizioni di prestazioni con onere a carico del SSR redatte dai medici sopra indicati su altra modulistica diversa dal ricettario SSN, dovranno essere segnalate alle Direzioni del Distretto per l'inoltro alle competenti CAPD (Commissioni Appropriatezza Prescrittiva Distrettuale);
- le CAPD dovranno attivare specifiche istruttorie in merito e segnalare le eventuali inadempienze alla Direzione Sanitaria competente;
- nei casi di accertate inadempienze da parte dei Sanitari Dipendenti la Direzione Sanitaria Aziendale o del Presidio Ospedaliero di afferenza (poco chiaro: qual è il soggetto? ndr.) attiverà i consequenziali e graduali provvedimenti disciplinari (richiamo verbale, diffida, segnalazioni nel fascicolo personale, attivazione consiglio disciplinare), ed eventualmente economici.
Concludendo: se andate dal vostro medico di famiglia con una prescrizione specialistica scritta sul foglietto bianco intestato allo specialista, e gli chiedete di prescriverla sul ricettario rosso, il vostro medico di famiglia potrebbe anche rifiutarsi di farlo perché non spetta a lui.

2 commenti:

  1. Ma se io vado da un ortopedico che mi prescive un farmaco che fa a cazzotti con quello che sto prendendo, che so, per l'ulcera e lui manco lo sa che io ho un'ulcera figuriamoci se sa cosa sto assumendo mentre il mio medico di base sì... oltre al fatto che il mio medico di base mi conosce da quando avevo 15 anni oltre a conoscere i miei genitori e quindi conosce bene eventuali rischi legati alla familiarità con determinate patologie eccetera eccetera. ..
    A me pare una str...ata di proporzioni bibliche.
    A pora Italia sensa re (come dicevano i nostri vecchi... anzi: loro dicevano "sensa duce e sensa re" ma ora non si può perché è reato!)
    Bisous, mon ami, et bon courage!

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  2. Mi sembra un'osservazione più che giusta, che girerò immediatamente al mio medico. Infatti il medico di famiglia (mi piace di più questa definizione più... intimistica), con noi da parecchi anni, ci conosce senz'altro meglio del "primo" specialista al quale ci rivolgiamo. A meno che ogni volta non ci portiamo appresso una valanga di dati anamnestici (in pratica tutte le notizie sul nostro stato di salute da quando siamo venuti al mondo), in base ai quali lo specialista che interpelleremo potrà orientarsi meglio sia sulla diagnosi che sulla terapia. Tenendo anche presente che non tutti i pazienti sono aggiornati sulle proprie patologie (vaccinazioni, allergie ai farmaci e loro componenti compresi) e talvolta non sono neppure in grado di spiegarle.
    Anche a me pare una stronzata. Ma di questi tempi ci dovremo abituare, a questo e ad altro... :) :)
    Ancora grazie per l'intervento e un caro saluto come sempre. Qui butta giù tanta acqua che pare il giorno del giudizio!

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