domenica 10 ottobre 2010

Poetto

Acquerello su cartoncino "vile". Nel senso che il supporto in oggetto, di dimensioni cm 30x8, è uno di quegli avanzi che un amico tipografo, prima di gettare nell'immondizia i ritagli del suo lavoro, mi conserva in un angolo del laboratorio in attesa che me li vada a prendere. 
Rappresenta - spero che si noti, altrimenti devo cambiare mestiere - la spiaggia di Cagliari - il Poetto -, che ha sullo sfondo la caratteristica "Sella del diavolo", più altri manufatti turistico-marittimi comuni a moltissime altre spiagge. La partenza è una sommaria traccia a matita grassa di tutto il panorama, e i pini in primo piano sono gli stessi che circondano quella doccia che avete già visto in alcune mie foto, ma che qui non ho disegnato.
Devo dire che, come sempre, non sono per niente soddisfatto del mio lavoro, che immaginavo diverso da come invece mi è uscito. Vi spiego anche i motivi di questa mia insoddisfazione. 
Partiamo dai pini. I tronchi sono troppo visibili e troppo simili tra loro, e quindi monotoni. Colpa del fatto che mi sono lasciato trascinare mentre lavoravo di pennello. E poi, pensavo a quello che stavo facendo. Non si deve pensare a quello che si fa. Se si pensa si sbaglia quasi sempre. Bisogna riuscire ad essere "assenti", lasciar andare la fantasia e pensare ad altro. 
Detto questo, e tornando ai pini, di questo acquerello forse potrei salvare il fogliame e le ombre sotto ai tronchi, ma anche quelli potevano venirmi meglio... La spiaggia, diciamo che va benino... Il mare, come i tronchi, lascia molto a desiderare. L'ammasso di case e casette, indefinibili, sullo sfondo, non ha molta importanza. Serve solo come quinta di "stacco" sulla retrostante collina. 
E qui casca l'asino, come si dice. Sulla collina, appunto. Sono partito coi colori chiari, com'è la regola, ma poi, per l'eccessiva fretta di terminare, non ho aspettato che il colore asciugasse del tutto e ci sono tornato sopra con una velatura più scura che, anziché "velare" in trasparenza lo sfondo, si è fusa con esso. Risultato prevedibile: cagata pazzesca! 
A questo punto, che fai: butti via tutto e per punirti ingoi l'acqua sporca dove sciacqui il pennello? 
Così provi a ricorrere a quel "mestiere" che hai ormai nel sangue. Non potendo schiarire la collina "lavandola" col solito sistema acqua-pennello asciutto-assorbi-acqua-pennello asciutto-assorbi, sennò la carta si sfibra e non risponde più, bisogna ammorbidirla in qualche altro modo. Come? Semplice: chiamando in aiuto la tempera bianca. 
Si bagna con molta acqua un pennellino tondo di martora n.1 e s'infila con la punta nel tubetto del bianco. Poi, delicatamente, pensando rigorosamente ad altro, si sbiancano leggermente le parti troppo scure, mischiando con un po' di ocra gialla sporcata con pochissimo rosso di Venezia. Si lascia asciugare, poi ci si torna sopra aggiungendo ancora acqua e si "spalmano" con molta attenzione le successive velature opache (perché la tempera è coprente) per fare in modo che il nuovo colore si amalgami a quello sottostante. Ma non troppo, perché la parte di roccia calcarea sulla cima della collina e le sue asperità si devono poter vedere, come in un mosaico, altrimenti tutto si appiattisce di nuovo. E poi si accennano, sullo sfondo, alla base della collina, vicino agli stabilimenti e a sinistra dei pini, anche delle confuse linee verticali chiare che dovrebbero rappresentare gli alberi delle barche ancorate al porticciolo di Marina Piccola.
Infine, il cielo. Che, inutile dirlo, poteva venirmi molto meglio. Poi ci si ferma. Anzi, ci si deve fermare. Sennò si fanno ancora più danni. Già ne ho fatti abbastanza...
Concludo dicendo che molto probabilmente il supporto utilizzato, per la sua composizione evidentemente scadente, non era adatto a questo genere di lavoro. Succede anche questo, quando non si è troppo attenti e, soprattutto, tirchi come lo sono io.
Scusatemi se magari vi ho annoiato.

6 commenti:

  1. Tutti questi dubbi per un acquerello?
    Secondo me è bellissimo,io che conosco il posto posso dire che sembra una fotografia! Bravo,io osservo ciò che fai,studio e continuo a provare....magari salta fuori qualcosa di buono!

    Ciao,un abbraccio!

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  2. Bello l'acquerello non preoccuparti questi piccoli quadretti saranno sempre ricuperati perché sono di un bravo e modesto artista, complimenti...
    Buona notte caro amico,
    Tomaso

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  3. Carissimo Franz, sei sempre buono. Ma i dubbi mi restano...
    Uno di questi giorni provo a rifarlo su carta buona (di quella che conservo per i... posteri).
    Chissà che non riesca come dico io!
    Tu, comunque, non mollare e continua a lavorare. Perché è lavorando sempre che si impara.
    Un abbraccio e buonanotte

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  4. Ciao Tomaso, grazie per il complimento. Forse però non lo merito.
    Io sono molto esigente con me stesso e non mi accontento mai.
    Un abbraccio e buonanotte anche a te,
    Francesco

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  5. Come sempre sei troppo polemico anche con te stesso; ma se vengono i dubbi a te che sai disegnare (o colorare...) come sai allora noi poveri mortali senza arte e senza pennello che dobbiamo fare?
    Inoltre ti rimprovero, come sempre, di essere prolisso ... anzi direi palloso! ecco , si! proprio palloso.
    Evita di scrivere e disegna che lo sai fare molto meglio. Anche io come Franz, anzi piu' di Franz, conosco il posto e ti posso dire che il tuo acquerello è perfetto. Concludo (alla faccia dei prolissi) con l'augurati di proseguire lungamente in questa tua attività artistica che un domani, postumo, ci pensero' io a farti ... valutare... eh!eh!eh!

    Il tuo solito cognato

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  6. Ciao cognato, benvenuto tra gli Artisti!
    In effetti sono abbastanza critico con me stesso, ma questo serve per migliorare. Se fossi troppo sicuro delle mie capacità sarei ancora fermo al punto di partenza.
    E poi, non dimentichiamo una cosa: a me piace anche scrivere, e quando ho la possibilità di farlo, anche scrivendo del "nulla", mi diverto un sacco.
    Perciò, continua a seguirmi, a farmi i complimenti quando me li merito, e a criticarmi quando sbaglio. In un caso e nell'altro, ti ringrazierò sempre.
    E poi, i miei lavori, visto che non potrò portarmeli nella tomba, a qualcuno li dovrò lasciare. E tra questi "qualcuno" tu sei in cima alla lista.
    Inoltre, avendo anche sposato tua sorella, come farei a dimenticarmi di te?
    Un abbraccio, Francesco

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